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8.0/10
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Dal pennino del maestro Akira Toriyama esce questo volumetto auto conclusivo, dal sapore e dalle atmosfere squisitamente "dragon balliane" (passatemi la storpiatura forse poco felice). Il protagonista è il giovane Kajika, un avventuroso e strano ragazzo con coda ed orecchie da volpe che viaggia per le lande selvagge in compagnia di Gigi, uno spirito di volpe. Le sue origini sono ben presto narrate, Kajika era un vero monello da bambino. Durante una delle sue malefatte, Kajika ha ucciso senza un vero motivo una volpe (Gigi) e lo spirito dell'animale per vendetta l'ha maledetto tramutandolo nell'essere che è ora. Per liberarsi della maledizione e tornare un essere umano, il ragazzo deve salvare 1000 persone o animali. Per vivere Kajika lavora come cacciatore di taglie, oserei dire buono, in quanto non uccide e possiede lo strano potere di liberare la malvagità dei criminali catturati facendoli diventare buoni. Durante le sue avventure incontra una donna (Haya) in fuga in quanto ha rubato l'ultimo uovo di drago ad un criminale pericoloso. Una leggenda narra che chi beve il suo sangue diventa forte come un dragone. Kajika decide di aiutare la donna e di portare in salvo l'uovo di drago. Sulle sue tracce si mette il pericoloso Isaza, un avventuriero e killer molto pericoloso. Non racconto il finale anche se l'epilogo è quasi scontato (anche se non del tutto). Purtroppo quest'opera del maestro Toriyama ha molti punti in comune con Dragon Ball, a partire dai personaggi. Kajika ha la squisita ingenuità e simpatia di Goku, la ladra di nome Haya per certi versi ricorda Bulma, mentre Isaza ha il guizzo di Vegeta. Anche il piccolo furfantello assomiglia per certi versi al maiale Olong. I combattimenti seguono lo schema collaudato in dragon ball ovvero sfida, sconfitta, ripresa con poteri più forti e vittoria. Purtroppo questi ingredienti che ho definito all'inizio della recensione "dragon balliani" se da un lato piacciono, poiché sono i punti cardine e caratteristici di moltissime storie riuscite di Dragon Ball, dall'altro lato sembrano quasi una prigione da cui il maestro non riesce a sottrarsi. Non voglio giudicare Toriyama ed accusarlo di mancanza di idee o di incapacità ad uscire da un cliché consolidato, ma la mancanza di un seguito mi fa pensare che lo stesso autore si sia reso conto che questo genere di storie le ha già narrate altre volte. Forse Kajika come è stato per lo stesso Cowa (chissà) è un esperimento o un pilot lungo per una nuova serie, interrotti dallo stesso autore per mancanza di idee originali. L'edizione italiana a cura della Star Comics uscita nel lontano ottobre del 2000 (c'erano ancora le lire) è ben curata per i canoni del tempo, ma oggi almeno una sovra-copertina ci starebbe bene. Del resto anche se l'opera non è originalissima (per tale motivo mi fermo a 8 con il voto) è pur sempre una storia che un vero appassionato delle storie del maestro Toriyama dovrebbe possedere.