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6.0/10
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Inizio questa recensione di Death Note dando un importante consiglio: leggetelo come se finisse al numero 7. E se volete proprio esagerare compratelo fino al numero 7. Il resto è fuffa. Da combattere. Da evitare. Roba scaduta. Chi vivrà vedrà, come si dice.

Death Note è una caccia all'uomo dove due intelligenze (una criminale e una giustizialista) si sfidano e fanno di tutto per realizzare la propria indole. L'impostazione non è per niente male anche se bisogna dire che la sfida tra intellettuale è 'truccata'. Non abbiamo a che fare con una razionalità alla Sherlock Holmes, cioè di una intelligenza che risponde alla logica, ma piuttosto incappiamo in intuizioni viziate da poteri soprannaturali, che trovano poco fondamento nella concatenazione degli eventi reali. Non si tratta di un errore ma di una felice trovata che spiega il vero genio di Death Note, quello di L, il personaggio più famoso della serie. Il suo è un cervello capace di connessioni impossibili che riescono nell'impresa di stupire costantemente il lettore. Infatti chi legge Death Note arriva ad un punto in cui non gli importa di 'come' abbia fatto a capire questa (o quella) determinata cosa. Ma apprezza il fatto stesso che l'abbia capita. Che ne sia stato 'capace'. Che i suoi neuroni abbiano il controllo della realtà simulata del manga. L fa qualcosa che nessuno mai potrebbe replicare. E affascina per questa sua grande dote che tira il carretto del duo Ohba-Obata.

Se questo è il punto di forza di Death Note (oltre ai buoni ed espressivi disegni) resta però di parlare dei molti difetti. E ce ne sarebbe da dire. Dalla ripetitività delle situazioni ai personaggi forzatamente inseriti e di contorno. Dalle figure femminili irritanti alla prolissità dei passaggi. Subentra dunque la pesantezza e la noia per una storia che per sua natura non poteva andare oltre i 7 volumi.
La motivazione del mio voto è la media tra il voto assegnato ai primi 7 volumi e quello assegnato ai restanti. 9 e 3 = 12 diviso 2 ottengo 6.
per la legge del contrappasso sarebbe stato bello poter scrivere sul Death Note il nome di coloro che hanno voluto allungare il brodo. Con la loro avida scelta hanno ammazzato lo shounen. Con un po' di satira macabra li ammazziamo noi. Buon infarto.