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7.0/10
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Ranma è un manga che la prolifica Rumiko Takahashi fa iniziare come incentrato sui combattimenti e lo fa finire come Maison Ikkoku: con comico sentimentalismo. Da figthmanga a commedia degli equivoci forzatamente ironica. Che abbia fatto un pò di confusione tra le varie sue opere la nostra autrice?

A voler vedere invece il bicchiere mezzo pieno si può parlare di un manga di combattimenti atipico. Spiego subito il perchè. Per funzionare un combattimento deve essere preso sul serio, è quasi tragico, il nemico è forte e se lo si sottovaluta si rischia grosso. In Ranma invece la comicità entra nel combattimento. Se è un bene o un male sta a voi lettori giudicarlo. La mia opinione è che questa soluzione non mi fa troppo impazzire. Non perchè non sia buona, ma perchè l'autrice ne fa un abuso. La inserisce come il prezzemolo, l'adopra sempre. Ci sta che Ryoga non abbia senso dell'orientamento (fa ridere per come viene presentata la cosa) ma in poche pagine da valido combattente si trasforma in fantoccio secondario funzionale solo allo sketch. Un tantino esagerato.

Se il filo guida della storia non sono i combattimenti (non c'è un superboss da sconfiggere) allora non resta che afidarsi all'aspetto sentimentale. Tutti attendono le nozze di Akane e Ranma. Che il loro amore sia consacrato! Nel frattempo una serie eccessiva di ministorie e saghe parallele di riempimento che partono tutte come minacce e si concludono tutte come farse. Nonostante questa 'tradizionale' impostazione però le vicende si fanno seguire e molte sono ormai dei cult per gli appassionati di fumetti. Oltre alle bizzarrie trovo anche molto buona la cultura dell'allenamento più che il combattimento in se. Il primo aspetto è molto sviluppato nel manga, mentre il secondo lascia a desiderare.

Sono però molti i ricordi che ancora oggi ricordo con piacere, da Ranma che passeggia sul muretto accanto ad Akane ai cartelli del Panda, dagli furti di biancheria alle insegne delle palestre. Una Buona opera che tutti dovrebbero conoscere.