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9.0/10
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Premetto fin da subito che devo il mio approccio a questo capolavoro dei manga all'omonimo film d'animazione diretto dal suo autore, il geniale Katsuhiro Ōtomo. La pellicola in questione, già di per sé un caposaldo dell'animazione di tutti i tempi, mi ha infatti spinto ad approfondire e conoscere meglio la storia originale. L'edizione italiana del manga a cura della Planet Manga consta di sei volumi dal formato spropositato provvisti di sovraccoperta. A parte le ovvie difficoltà nella lettura di volumi così grandi dovute principalmente alla rilegatura brossurata con colla (con una rilegatura a filo si sarebbe potuto ovviare al problema), muoverei delle energiche critiche all'impostazione occidentale delle tavole, che risultano quindi ribaltate rispetto all'originale, ma stando a quanto ho letto in giro per la rete probabilmente si tratta della versione più diffusa in tutto il mondo.

A questo punto provo a riassumere brevemente gli eventi alla base della complessa trama di Akira: in un futuro in cui le principali città del mondo sono state rase al suolo da un massiccio bombardamento atomico, la megalopoli di Neo-Tokyo è l'emblema del degrado sociale e del caos politico che imperversa su tutto il globo. La città è squassata da rivolte popolari contro il governo militarista e nelle strade bande di teppisti in motocicletta si drogano e si scontrano in gare all'ultimo sangue. Proprio a una di queste gang di motociclisti accade un fatto decisamente anomalo: durante una corsa a folle velocità, i due teppisti Kaneda e Tetsuo si imbattono in uno strano bambino azzurro ricoperto di rughe che compare dal nulla e scompare subito dopo nello stesso modo. La moto di Tetsuo, prima di impattare con il bambino, salta in aria inspiegabilmente e il ragazzo ne esce ferito. Sul posto accorrono subito agenti loschi che recuperano Tetsuo e lo conducono d'urgenza in una località top secret. Dopo aver effettuato alcuni esami in laboratorio, l'équipe scientifica scopre con somma sorpresa che il ragazzo possiede determinate caratteristiche compatibili ai poteri esp di alcuni bambini dalla pelle azzurra e dai singolari connotati fisici. Il mistero si infittisce quando intuiamo che i piccoli sembrano avere qualche legame con i militari, con le esplosioni che hanno devastato il mondo in passato e più precisamente con Akira, un essere indefinito chiuso in un'enorme stanza sotterranea a temperature polari. Intanto Tetsuo, inconsapevole di quanto stia accadendo tutto intorno a lui, si sente "diverso", più potente, devastante, e capisce di essere in grado di controllare la materia circostante. Il ragazzino impaurito che un tempo dipendeva esclusivamente da Kaneda ha forse cessato di esistere, ma dal canto loro Kaneda e i suoi compagni non digeriscono il radicale cambiamento di Tetsuo. La situazione di lì a poco è destinata a precipitare, giungendo a risvolti catastrofici di proporzioni epiche (grazie soprattutto a grandi tavole ricche di dettagli, strabilianti fughe prospettiche e inquadrature mozzafiato). Col passare del tempo, Tetsuo riesce a controllare i suoi immensi poteri con sempre maggiore difficoltà e, quasi a voler complicare le cose, il misterioso Akira abbandona la stanza di contenimento in cui era imprigionato. Ma chi o cosa è veramente Akira? In che modo è collegato alla distruzione del mondo? Quale destino attende Tetsuo, Kaneda e la città di Neo-Tokyo? La trama magistralmente scritta e disegnata da Ōtomo è talmente intricata che per dipanarla bisognerebbe enuclearla in ogni suo aspetto, ma anche così non si giungerebbe a una visione d'insieme più che soddisfacente: le molteplici interpretazioni dei numerosi e imprevedibili risvolti di trama, unitamente a una gran quantità di dettagli che a una prima lettura potrebbero sfuggire, contribuiscono a elevare il grado di complessità dell'opera. Per farla breve, bisognerebbe leggere Akira più di una volta.

Senza dubbio ci troviamo di fronte a un classico della fantascienza apocalittica, ma in Akira non c'è solo un mondo devastato dall'atomica, c'è anche la lotta per e contro il potere, le vicissitudini di ragazzi privi di veri riferimenti familiari, citazioni più o meno evidenti a 2001: Odissea nello spazio (il mostruoso bambino cosmico), scontri epici, intrighi e sotterfugi politici, e moltissima violenza. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Ōtomo non mira a dare alcun messaggio, e affida al lettore il compito di trarre autonomamente le proprie conclusioni su quesiti del genere: chi è il vero "cattivo"? I teppisti che si drogano o la società che li emargina nei bassifondi della città? Il capo dei ribelli non è forse altrettanto corrotto e arrivista quanto gli avversari che tanto disdegna? Possiamo giustificare una scienza intrisa di delirio di onnipotenza che mira a sfruttare dei bambini dotati di grandi abilità mentali riducendoli a ombre di esseri umani? Quella di Akira è in definitiva una storia spietata priva di moralismi di sorta, in grado di regalare forti emozioni e interessanti spunti di riflessione. A mio avviso, si tratta di un'opera imprescindibile per gli appassionati del fumetto orientale e del fumetto in generale.