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E' difficile nel mare di banalità attuale trovare un manga con una caratterizzazione psicologica di questo spessore, che riesce a soddisfare il lettore con una storia scorrevole e ben congegnata, e dei disegni veramente molto belli e sempre in crescita. Ho divorato i primi 50 capitoli, ed ora sembra che la storia sia arrivata ad un punto di svolta.

Takao Kasuga è all'apparenza un timido e ordinario ragazzino che frequenta le scuole medie. In realtà è una persona con una sensibilità più sviluppata dei suoi coetanei, e coltiva una grande passione per la lettura, in particolar modo è rimasto stregato dai "fiori del male" di Baudelaire e vorrebbe fare della sua vita un manifesto sistematico degli ideali letterali che coltiva.
La sua musa ispiratrice di cui è segretamente innamorato è la compagna di classe Nanako, la "ragazza- angelo" a cui tende idealmente. Quando un giorno Takao torna in aula dove ha dimenticato "i fiori del male" , qui vi trova anche la tuta di Nanako, che ruberà spinto da una pulsione istintiva. I guai di Kasuga iniziano quando Noragami, una bizzarra compagna di classe che siede al posto dietro al suo gli rivelerà di aver visto tutto e lo inizierà a ricattare con l'uso di meccanismi perversi e congegnati sadicamente.
Paradossalmente l'avvicinamento di Nanako a Kasuga sarà indirettamente causato da Noragami stessa, in una situazione in cui Kasuga in classe prende le sue difese infatti Nanako rimane colpita dalla nobiltà d'animo di quest'ultimo.
E poi rimarrà stupita dall'intensità con cui Kasuga parla della sua passione per il mondo dei libri, si renderà conto che lei, ragazza perfetta con voti eccellenti e che coltiva un mondo di hobby in realtà è vuota, mancante di una vera passione che animi la sua vita.

La bellezza di questo manga nasce dai rapporti interpersonali che si intrecceranno dallo strano triangolo Kasuga-Saeki-Noragami, anche se a voler essere precisi il vertice dominante del triangolo è proprio Noragami: da essa scaturiscono per davvero "i fiori del male", ed anche le azioni di Kasuga e Seaki diverranno "perverse" e "malsane", non perchè loro due lo siano per davvero, ma perchè condizionati da un contesto che non gli lascia via di scampo. I tre ragazzi vivono un'adolescenza tormentata, e l'avvicinamento con il mondo adulto rappresenta un distacco interiore, una separazione estremamente travagliata.

Le azioni che vengono compiute dai personaggi si potrebbero dire guidate da un totale nichilismo distruttivo e da una "follia ponderata", che non lascia spazio a nessuno tipo di etica.
C'è continuamente un richiamo ad un enigmatico "other side", in pratica una sorta di lato oscuro, l'unica via praticabile a quanto pare in una cittadina di provincia come quella dei protagonisti, chiusa nei suoi campanilismi, come dice lo stesso mangaka "un ammasso di metalli arruginiti".

<b>(Attenzione Spoiler)</b>Questo vortice di distruzione e pessimismo cosmico si interromperà solo con l'allontanamento fisico di Kasuga e della sua famiglia dalla città natale, dopo che i genitori avranno preso questa decisione, per il bene del figlio ma anche per evitare il ludibrio pubblico per l'intera famiglia.

Con la crescita interiore e fisica di Kasuga mentre frequenta le scuole superiori, il disegno sembra accompagnare questo suo sviluppo, il vuoto interiore e la tristezza insita nel personaggio principe sono resi magistralmente da un disegno drammatico e che dipinge alla perfezioni le espressioni del volto.
Le ragazze protagoniste, ora Saeki, ora Noragami ora Tokiwa, sono disegnate con dei volti di rara bellezza, ora dipinte come "ragazze angelo" ora dipinte con un volto sadico e maligno a seconda dell'esigenza della trama, ma sempre con grande realismo, sebbene si tratti solo di un manga.
I primi piani, le inquadrature sulle labbra, sugli occhi rendono perfettamente la drammaticità dei personaggi, sembrano quasi animati.

Aspetto con ansia di scoprire il compimento che verrà dato al manga, ma fin ora sono rimasto più che soddisfatto di un manga che fa riflettere sulla società e su cosa sia realmente "perverso" e "giusto", sulla difficoltà adolescenziale di inserirsi negli schemi predefiniti e calcolatori del mondo adulto, che ci vuole adeguati a svolgere certi tipi di incarichi. E a maggior ragione in un mondo come quello Giapponese, in cui le relazioni interpersonali sono così difficili.

E comunque mi pare calzante in questo caso quello che diceva Fromm riguardo la pazzia, e cioè che una persona viene considerata "pazza" quando è inadeguata a svolgere il compito che le è stato assegnato dalla società capitalista, questo però non vuol dire che lo sia per davvero, è la società che con degli schemi prestabiliti certe volte bolla crudelmente le persone con degli attributi immeritati.