logo GamerClick.it

-

<b> Attenzione: possibili spoiler! </b>

Ganta era un normale ragazzo: aveva i suoi amici, aveva i suoi passatempi, era uno studente normalissimo.
Un giorno un uomo vestito di rosso irrompe nella sua classe uccidendo tutti i suoi compagni, lasciando vivo solo lui ma conficcandogli, però, un cristallo rosso nel petto.
Il giovane verrà accusato dell'omicidio dei suoi amici e di conseguenza rinchiuso in un penitenziario molto particolare: il Deadman Wonderland. Il carcere si presenta come un parco di divertimenti dove i detenuti intrattengono gli ospiti con show estremi pieni di effetti speciali (mutilazioni, sangue e morti). La cruda realtà è però un'altra: tutti quei giochi sono reali e le persone muoiono veramente. I detenuti portano infatti un collare che inietta loro del veleno e ogni tot giorni devono comprare un antidoto con soldi ottenibili accumulando punti partecipando a questi giochi mortali.
Ma Ganta scoprirà ben presto di essere un detenuto speciale: lui è in possesso del "Ramo del Peccato", un'abilità che permette di manovrare il proprio sangue e che consentirà al giovane di scoprire il volto più oscuro del Deadman Wonderland: quello di un'arena, situata in un piano del carcere non accessibile al pubblico, per incontri clandestini (a scommesse) tra individui che posseggono il Ramo.
L'avventura di Ganta inizia quando il giovane farà la conoscenza di una ragazza che sostiene di essere una sua amica di infanzia.

Questo è l'incipit del manga di Jinsei Katoka e Kazuma Kondou che si è recentemente concluso in Italia con la pubblicazione del tredicesimo volume. 
La serie punta molto sul fattore splatter e su quello drammatico: la vita di Ganta è appesa ad un filo e si troverà a fronteggiare scelte molto difficili, che spesso lo porteranno a rimanere deluso e umiliato se non in fin di vita. Ma tutti le esperienze che l'internato affronterà lo porteranno a maturare permettendogli di diventare un vero uomo.
I vari personaggi sono abbastanza riusciti: al character design ottimo viene quasi sempre abbinato un flash-back che spiega i motivi di incarcerazione del detenuto permettendoci anche di farci un'idea sui traumi che ha passato e sul suo carattere. C'è però un fatto che lascia abbastanza perplessi, se non amareggiati, dei vari carcerati che Ganta incontrerà: coloro con cui il giovane stringerà un legame d'amicizia si riveleranno essere innocenti,bo al massimo colpevoli di aver ucciso qualcuno senza volerlo, mentre i vari antagonisti che gli sbarreranno la strada saranno tutti pazzi furiosi, malvagi e colpevolissimi dei capi d'accusa a loro imputati.
Parlando dei personaggi secondari i due che spiccano per avere una caratterizzazione profonda sono Shiro, l'amica di infanzia di Ganta, e Seiji, il primo avversario ma anche il maestro e il compagno più fedele del protagonista. I vari compagni di Ganta sono comunque ben realizzati ma non lasciano il segno. I vari antagonisti sono simili tra loro: sono pazzi, vogliono solo uccidere e non possono essere rimessi sulla retta strada.
Le battaglie sono ben fatte, avvincenti e non troppo lunghe, nulla da dire quindi. Anche i poteri che i vari personaggi possiedono sono vari e fantasiosi, permettendo a chi legge di non trovare i duelli ripetitivi, ma (quasi) sempre originali e coinvolgenti.
Il disegno di Kondou è ottimo: come in "Eureka Seven" abbiamo un tratto morbido e pulito nelle normali vignette che diventa preciso e dettagliato nelle scene di massacro e violenza, senza però perdere la grazia delle figure e le proporzioni perfettamente rispettate 
L'unico difetto del tratto rimane la grande staticità delle figure: le linee dure e grosse rendono quasi nullo il dinamismo delle tavole. Il problema, sul quale si poteva passare sopra in "Eureka Seven", è invece molto più evidente in DW a causa della presenza di molte più scene di combattimento.
Passiamo ora ai punti negativi dell'opera.
Il problema principale di Deadman Wonderland è che, in soli tredici volumi, alcune situazioni si ripetono troppe volte. Non sto a elencare i fattori iterati che sono comunque evidenti (Due tentativi di fuga uno di fila all'altro per fare un esempio).
Inoltre la conclusione lascia un po' a desiderare: il combattimento finale è liquidato in poco e punta sul fattore morale, l'antagonista principale ha repentini cambi di opinione e se ci aggiungiamo che il finale del combattimento non è spiegabile razionalmente (Il cristallo sul petto di Ganta e quello sul petto di Shiro si rompono...perché? Non ha senso! O mi sono perso io qualcosa?).
Ultima nota di incongruenza: nel secondo volume Ganta combatte, e dopo aver utilizzato sei o sette proiettili (ovvero dopo aver adoperato il suo Ramo del Peccato "Ganta Gun"), va in stato d'anemia. Successivamente alcuni individui adopereranno litri e litri del proprio sangue senza nessuna conseguenza! E' comprensibile la necessità di rendere le battaglie più spettacolari, ma andare contro i principi fisici stona un po' con lo spirito del manga che più o meno sarebbe: "hanno dei poteri ma in realtà sono solo semplici esseri umani"
Deadman Wonderland è insomma un manga senza lode né infamia che parte bene ma, come succede in fin troppi manga, non riesce a mantenere un livello alto fino alla fine.