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Quando si persa ai Jrpg la mente si concentra subito su due saghe note in tutto il mondo: "Final Fantasy" e "Dragon Quest". Se il primo titolo ammicca ad atmosfere fantasy a tratti anche occidentaleggianti, il secondo è pienamente in stile manga e non possiamo stupircene più di tanto visto che sin dal primo capitolo Akira Toriyama è stato il concept artist.
Viene quindi naturale immaginarsi che "Dragon Quest" abbia vari spin-off cartacei e animati che ampliano il mondo ideato da Yuji Hoiri. Probabilmente il titolo più famoso tra queste produzioni è "Dragon Quest: Dai no Daibouken", in Italia conosciuto come "Dai, la grande avventura!" (il "Dragon Quest" fu rimosso perché quando il manga fu pubblicato i vari videogames relativi alla saga non erano ancora approdati in terra nostrana).
L'opera è divisa in trentasette albi in Giappone, mentre la Star decise di pubblicarlo in formato "sottiletta" per poi passare all'albo standard negli ultimi volumi per un totale di cinquantaquattro pubblicazioni.
Visto il periodo di creazione del manga salta subito agli occhi la lunghezza della storia. Era molto più raro a quel tempo trovare prodotti che superassero i venti tankobon (basta pensare che serie molto famose come Saint Seiya e Dragonball arrivavano al massimo a quaranta volumi).
Comprendiamo quindi che "Dai no Daibouken" ebbe un buon successo (tanto da essere citato anche in "Medaka Box").
La trama tratta le vicende di Dai, un giovane ragazzo che sarà destinato a compiere un lungo viaggio al fine di sconfiggere Satana Baan, un essere demoniaco che vuole appropriarsi del mondo in superficie per darlo ai demoni.
Il nostro guerriero costruirà quindi il suo party e "livellerà" fino ad essere abbastanza potente da combattere l'antagonista.
L'andamento della serie è lineare e molto semplice, a tratti prevedibile, ma intendiamoci: qui siamo all'alba degli shonen e certi colpi di scena, per noi prevedibili, erano al tempo clamorosi.
I segni del tempo si sentono pesare sulla storia solo per quanto riguarda i personaggi allegri e spensierati e per le continue false morti (un preciso personaggio sembra morire circa tre volte per poi salvarsi miracolosamente).
Le varie battaglie risultano ben riuscite grazie all'ampio parco di tecniche e stili che nel corso degli anni "Dragon Quest" ha elaborato: si va dalle arti marziali ai combattimenti con armi bianche o armature fino alle magie classiche della serie come Raiden o Gira. Purtroppo però, visti in sequenza, i vari combattimenti si somigliano troppo e, alla lunga, annoiano.
Come già detto i personaggi principali sono pieni di buona volontà e buoni sentimenti, ma non poche volte li vedremo vacillare nel corso dell'opera: tra fallimenti, perdite di memoria e debolezza i nostri protagonisti dovranno riflettere a lungo prima di prendere una decisione.
Gli antagonisti sono invece i più interessanti: dal mitico Hyunkel (personaggio che sarà preso da esempio da moltissimi mangaka) a Satana Hadler, "La Grande Avventura di Dai" mostra un'interessante evoluzione psicologica per (quasi) ogni "cattivone".
In ogni caso tutti i personaggi sono ben caratterizzati.
Il tratto di disegno è pulito e semplice: dinamico quando serve e molto in stile toriyamesco, è perfetto per rappresentare i mostri di "Dragon Quest". Purtroppo però il monster design di Toriyama stona un po' troppo nel contesto a volte drammatico e violento del manga essendo molto dolce e scherzoso. Il character design è più che ottimo quando si parla di umani, mentre è un po' troppo infantile per gli uomini-bestia e qualche antagonista principale (ma tutto sommato è comprensibile che l'autore abbia voluto adeguarsi alle linee guida di Tori per non deludere i fan della saga).
"Dai no Daibouken" è un buon manga con un'ottima caratterizzazione dei personaggi che risente però di un tipo di azione molto vecchio stile (spesso ripetitiva) e di un design poco interessante. L'ampio utilizzo dei classici buoni sentimenti alla Jump non aiuta di sicuro, ma il mondo pieno di dettagli rappresentato nell'opera e l'ottima evoluzione psicologica fa risalire il punteggio del manga fino ad un 7 e mezzo che arrotondo a 7 in quanto membro della nuova generazione che ormai ha visto mille volte i cliché presenti nella storia.