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Il difetto dei seguiti e degli spin-off è sempre lo stesso: spesso e volentieri non sono all'altezza dell'opera madre. "Video Girl Len" fa forse eccezione? Ebbene, no, ovviamente. Questo manga di due volumi si pone come spin-off della ben nota serie manga "Video Girl Ai", che a cavallo tra anni Ottanta e Novanta - ma anche nei decenni a venire - ha appassionato e consolato tanti adolescenti in piena crisi amorosa.
La trama non poteva che essere simile, sotto molti aspetti, alla serie principale, per cui seguiamo le vicende sentimentali di un altro ragazzo timido e dal cuore infranto, in questo caso Hiromu Taguchi, ragazzo delle superiori incapace di relazionarsi con gli individui del sesso opposto. I problemi del protagonista sono iniziati diversi anni prima, quando, spinto dall'amico Toshiki Kurakawa a dichiararsi alla ragazza per cui aveva una cotta, è stato rifiutato in malo modo e umiliato di fronte all'intera classe. Da quel momento Hiromu si è imposto di non innamorarsi più... o almeno era questo il suo proposito prima di incontrare Shirakawa, ragazza avvenente e sua coetanea che frequenta assieme a lui il club di pittura; l'insegnante del corso è nient'altro che il ben noto Yota Moteuchi, protagonista di "VGA".
Per sfatare un pettegolezzo, Hiromu chiede alla ragazza di uscire, ma l'appuntamento non si svolge esattamente come il ragazzo aveva programmato. Di ritorno a casa, assieme all'amico Toshiki, incontra il "Nuovo Gokuraku", - neanche troppo - misterioso video noleggio gestito da un noto vecchietto. Morale della storia: tornato a casa, una ragazza esce dalla videocassetta che i ragazzi avevano noleggiato; il suo nome è Len Momono.
Gli sviluppi della trama, purtroppo, risultano essere assai meno coinvolgenti e complessi rispetto a "VGA"; la psicologia dei personaggi si dimostra più piatta e le reazioni alle batoste amorose fin troppo stereotipate. Unica soddisfazione che il lettore può cogliere è sapere che, a quanto pare, Yota è vivo, sta bene e conduce una vita tranquilla. Inferiore è persino l'apparato tecnico, caratterizzato da disegni meno precisi e più abbozzati, accompagnati da una regia poco coinvolgente, il che a pensarci bene è strano, visto che l'opera è successiva e quindi l'esperienza del mangaka maggiore.
Prima di concludere c'è un particolare simpatico che è doveroso menzionare: allegato al secondo volume dell'opera, si trova una storia one-shot dal titolo "Video Girl", evidente genitore delle due serie sopra citate. Ebbene, quelle quaranta pagine di cui consta l'opera sono riuscite a farmi sorridere - e un po' emozionare - ben più della serie che le ospita; una lettura simpatica che gli amanti di "VGA" apprezzeranno. Nonostante questo, non posso esimermi dall'essere obiettivo e negare che, almeno questa volta, Katsura ha un po' sbandato. Opera sufficiente, ma purtroppo non molto di più.