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9.0/10
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<b> Attenzione: spoiler! </b>

"Ancora una volta, mi sento di affermare che nessun uomo, nato tale, avrebbe potuto amare una donna così profondamente come lei."

Ci sono opere che commuovono, opere che fanno riflettere, opere che indignano. E poi ci sono opere che arrivano talmente in anticipo sui propri tempi che, al di là della loro carica emotiva e della loro ricchezza di contenuti, non possono che lasciare stupiti; non è un caso che il volumetto in questione sia stato pubblicato in Italia dalla Goen solo dopo quasi quarant'anni dalla sua uscita in Giappone. Claudine è infatti un racconto del 1978, tra l'altro ambientato in Francia nei primi anni del '900, ma è a tutt'oggi di un'attualità sconcertante. Riyoko Ikeda, autrice (tra le altre cose) di Versailles no Bara, in Europa meglio conosciuto con il nome di Lady Oscar, ha sempre posto particolare attenzione al rapporto tra i sessi, non solamente a quello tradizionale ma anche (e ampiamente) a quelli "non convenzionali", senza però osservarli dall'alto e analizzarli con freddezza e oggettività, ma accogliendoli in modo sentito e sincero. Le sue eroine, a partire proprio da Oscar, sono spesso persone in conflitto con il proprio corpo e con la propria identità sessuale, persone che soffrono, amano e combattono prima che con gli altri con sé stesse. Tuttavia se in molte opere della Ikeda il tema, peraltro presente e acceso, poteva essere messo in ombra dalla trama principale e dalle vicende narrative, in Claudine ne rappresenta proprio il fulcro.

La storia racconta alcuni anni di vita di Claudine de Montes, nobile ragazza francese figlia di un facoltoso proprietario terriero; la fanciulla, bellissima, intelligente e forte nel corpo e nello spirito, si è fin da piccola ritenuta un uomo nato nel corpo di una donna. Sempre splendida e al tempo stesso fragile per la sua condizione tormentata, Claudine amerà due donne: la prima durante gli anni della sua adolescenza, la seconda, Selene, dopo l'iscrizione all'Università di Parigi. Per lei sarà un amore breve, ma puro e profondissimo, come l'ultima, esplosiva fiammata di un fuoco d'artificio destinato a spegnersi.

Tra i personaggi, tutti caratterizzati magnificamente, spicca nettamente la figura della bella Claudine. Quest'ultima la ritengo uno dei più grandi personaggi mai delineati dalla Ikeda (e non solo): ragazza tormentata, sconfitta e incapace di accettarsi, ma al contempo forte di una dignità e di una sensibilità che mettono le lacrime agli occhi. Claudine non è una donna, bensì -come dirà lei stessa- un uomo incompleto, rifiutata dal mondo che la circonda e che la giudica e dallo stesso Amore, che non le concede la felicità che cerca.
La sua identità è ciò che la fa sentire viva e che le consente di amare Selene con tutta sé stessa, ma è allo stesso tempo il suo più pesante fardello, fonte di tutte le delusioni e della sofferenza che la accompagna, di cui è impossibile liberarsi se non a prezzo della vita.

L'autrice dipinge con una passione smisurata questa semplice ma ricchissima storia d'amore, senza mai cadere nelle banalità o negli stereotipi, che quando si tratta in modo approfondito le suddette tematiche sono errori facili in cui incorrere.
Il tratto d'altri tempi dell'autrice, elegante ed evocativo, non è invecchiato di un singolo anno e non ha perso un briciolo della sua potenza espressiva; dolce e struggente, legato ad una Francia nobile e sfarzosa, contiene in sé una grandezza e una maestosità impossibili da trovare in qualsiasi opera odierna, di qualunque genere.

Il volume della Goen, venduto al prezzo di 5,95€, contiene inoltre due storie a parte, che si potrebbero considerare uno "spin-off" de La Finestra di Orfeo; nonostante il carattere drammatico ma al contempo leggero dei due racconti, che ne rende molto piacevole la lettura, sono ben lontani dalla grandezza di Claudine, con cui la Ikeda ha toccato uno dei punti più alti della sua ricchissima carriera.