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8.0/10
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"Before the world was created, the word already existed. The word was the source of life, and this life brought light to mankind. The light shines in the darkness, and the darkness has never put it out".
Questa frase funge come apertura all'opera, ricorre infatti su ognuno degli albi pubblicati.

1) TRAMA E SVILUPPO DELLA STORIA
Kei Kurono, un ragazzo di prima superiore residente a Tokyo, mentre aspetta la metropolitana in stazione nota un barbone ubriaco cadere sui binari. Il protagonista è un giovane opportunista, asociale, a tratti ipocrita, nonché misantropo. Sulla base di questo, com'è facile immaginare, non pensa minimamente di prodigarsi nei confronti del malcapitato. Un altro ragazzo di nome Masaru Kato, vecchia conoscenza di Kei, decide invece, dopo qualche incertezza, di prestare soccorso al senza tetto. Sfortunatamente per il protagonista, i loro sguardi s'incrociano; Kato lo riconosce e gli rivolge una richiesta d'aiuto. Kei non sa cosa fare e, in preda all'indecisione, decide amaramente di unirsi ai soccorsi.
Si comincia ad udire lo sferragliare delle rotaie percosse dalle carrozze. Il treno emerge dalla galleria. Kei e Kato hanno appena messo in salvo il senza tetto. Iniziano a correre. Il treno si avvicina veloce. Loro, troppo lenti. È ormai a pochi metri… I transitanti vedono le loro teste volare. Morti.
Senza nessuna logica apparente, Kei e Kato si ritrovano sani, salvi e tutti interi, all'interno di una stanza anonima dalla quale si intravede la torre di Tokyo e, al cui centro, è posta una sfera nera dal diametro di circa un metro e mezzo. Altre persone sono presenti nella stanza e tutti, compresi i protagonisti, sostengono di essere morti. Ma la domanda è:"Perché sono stati riuniti in quel luogo?" Per compiere delle missioni la cui posta in gioco è la vita stessa. I nostri protagonisti si vedranno infatti catapultati in una realtà che non conosce regole, in un luogo dove la fantascienza è realtà, in cui loro sono solamente delle marionette manovrate da fili invisibili, private del libero arbitrio e manipolate per fini ancora indecifrabili.
"Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite".
Tra tute da combattimento avveniristiche, armi fantascientifiche che valicano i confini della scienza umana, tra speranza e disperazione, alieni e amici, dovranno riuscire a sopravvivere attraverso le proprie forze e la propria volontà.
L'opera è divisa in tre fasi: la prima e la seconda sono più lunghe rispetto alla terza e sono a parer mio le più belle e coinvolgenti. Le vicende sono ancora parzialmente avvolti nel mistero, si iniziano a vedere le prime evoluzioni dei personaggi e il ritmo narrativo è magnetico. La terza fase, quella finale e conclusiva, è pur sempre meritevole, ma forse è stata curata con meno perizia dall'autore. In ogni caso l'ho reputata comunque assai soddisfacente.

2) ASPETTO GRAFICO
Il mangaka, grazie al proprio staff, nonché alle proprie conoscenze, è in grado di rappresentare armi, personaggi, strutture architettoniche e paesaggi completamente proporzionati e definiti nel dettaglio. Per far ciò, non basta una grande abilità nel dipingere; per ottenere il risultato stilistico conquistato da Gantz, occorre l'ausilio della computer grafica, padroneggiata con destrezza dalla Hiroya Oku Works. Azioni di dinamicità e di movimento sono realizzate molto bene. Le emozioni dei personaggi: vere, reali.
Ovviamente, come son presenti aspetti positivi, se pur in minima parte trovano spazio anche quelli negativi. Infatti, tra il volto dei protagonisti e il loro corpo, si viene a verificare un "contrasto di chiaroscuro". Mi spiego meglio: i vestiti che indossano i personaggi sono molto curati, acquisiscono un forte volume attraverso la tecnica chiaroscurale, mentre, per quanto riguarda i volti, sono meno voluminosi, più "leggeri", "bianchi"; ed appunto questo dà adito alla discordanza sopra citata. Questo, però, è come voler trovare il pelo nell'uovo, perché i disegni, nel complesso, sono veramente ottimi.

3) PERSONAGGI
Sono quasi tutti ben caratterizzati. Vorrei dire che non sono presenti personaggi stereotipati ma, ahimè, non è così. Però, nel complesso, questi ultimi sono una minoranza, compensata in larga scala dagli altri. Primo tra essi, Kei Kurono, che conquista grazie alla propria umanità, grazie alle proprie paure e debolezze, in tutto e per tutto vere e giustificate. Non è il classico protagonista senza macchia, ma un personaggio umano e "dinamico": nel corso della trama, infatti, compirà una peculiare evoluzione. L'elemento affascinante nella maggior parte dei personaggi all'interno dell'universo di Gantz è che ognuno di essi ha i propri difetti che conferiscono allo stesso una profondità caratteriale unica e reale.

4) TEMATICHE
La frase citata all'inizio della recensione incarna le principali tematiche: speranza e disperazione, bene e male, Dio e la propria nemesi; tutte rappresentate attraverso i termini "luce" e "tenebre", eterne antitesi.
In Gantz il tema della speranza funge da affresco. I protagonisti si trovano costretti a combattere e a sopravvivere in una realtà sadica e ostile, senza appigli, senza scappatoie; come fossero bambini prelevati senza alcun apparente motivo dal proprio ambiente domestico e messi nella natura selvaggia. Non capiranno perché, non capiranno come, non riusciranno a trovare niente a cui aggrapparsi, se non alla speranza, la stessa che tiene unito l'uomo alla ragione dopo aver superato il confine con la disperazione.
"Anche quando si affronta la disperazione, la speranza è sempre presente".

5) CONCLUSIONE
In visione di quanto scritto finora il giudizio complessivo è più che buono. Gantz mi è piaciuto particolarmente per i temi trattati: marcati, maturi; per i personaggi reali, dotati di profondità. Mi ha coinvolto inoltre per la grande originalità della trama e dell'intreccio narrativo. Il mangaka ha infatti compiuto scelte inusuali, che a mio parere hanno impreziosito e reso unica quest'opera.
Consiglio questo manga a tutti coloro che vogliono cimentarsi in qualcosa di nuovo, a tutti quelli che sappiano apprezzare la fantascienza e l'originalità (nonché il seno prosperoso).