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9.0/10
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"Uwagaki" è un seinen in soli 4 volumi scritto e disegnato da Ryo Yasohachi tra il 2009 e il 2012, tutt'ora inedito in Italia. Onestamente è la prima opera che leggo di questo mangaka, scoperta veramente per caso, e devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso da questa lettura.

La trama non è tra le più complesse che esistano, però è di certo abbastanza originale (o almeno io non avevo mai visto nulla di simile). Yoshio Ajikawa è completamente cotto della sua compagna di classe Chiaki Terui. Peccato che non abbia nessuna speranza di avere una storia con lei, poiché Chiaki è felicemente impegnata con uno studente universitario con cui lavora. Il professor Yamada, accortosi della situazione, decide di approfittarne e propone ai due un esperimento riguardo l'amore umano: Ajikawa riuscirebbe a conquistare Chiaki se lei non fosse così presa dal suo ragazzo? Esperimento senza dubbio interessante, ma come effettuarlo se la ragazza non ha intenzione di tradire il suo amato? La risposta è semplice: basta creare una copia perfetta di Chiaki, cancellare in lei ogni ricordo del suo ragazzo e farla corteggiare da Ajikawa.
Yamada- sensei, che, oltre ad essere un professore, è "un alieno, un viaggiatore del tempo, uno cha balza tra varie dimensioni, un mago, etc etc" (insomma, la versione giapponese del Dottore senza il cacciavite sonico) può fare tutto ciò. Dopo un determinato lasso di tempo Chiaki e Koaki (rispettivamente, l'originale e la copia) saranno ricombinate. Se i sentimenti di Koaki nei confronti di Ajikawa (ammesso che il ragazzo riesca a conquistarla) saranno più forti rispetto a quelli che Chiaki prova per il suo attuale ragazzo, allora i sentimenti di Chiaki (una volta riunita a Koaki) saranno sovrascritti - e quindi dimenticati - da quelli di Koaki. Per motivi diversi, i due ragazzi (o sarebbe più corretto dire "i tre ragazzi", a questo punto) accettano di sottoporsi all'esperimento .

Quello che ho appena descritto è solo il primo capitolo. La narrazione procede ad un ritmo adeguato allo svolgimento dei fatti, viene data quindi la possibilità al lettore di comprendere appieno i sentimenti dei personaggi senza però rendere le scene troppo lunghe e, quindi, noiose. Non esistono punti in cui è possibile interrompere la lettura e la storia, pur non presentando eccessivi colpi di scena, resta poco prevedibile e fresca. Anche il finale non è poi così scontato (almeno nelle dinamiche).

Per quanto riguarda i personaggi principali, questi sono pochi (come si può intuire dalla trama) e, anche se la storia è breve, ben caratterizzati.
Partiamo dalla "cavia" maschile dell'esperimento, Ajikawa. A prima vista potrebbe sembrare il classico ragazzo senza spina dorsale a cui siamo tanto abituati. Vero, non ha un bell'aspetto, non ha qualche dote particolare, è estremamente timido e si vergogna da morire perché i suoi sentimenti verso Chiaki sono così palesi. Ma quando la situazione lo richiede mostra tutto il suo carattere, e ciò che prova verso Chiaki è davvero sincero. Sa che il suo amore non può essere corrisposto, e questo gli sta bene, ma quando vede la persona che ama nella sua stessa condizione, il dolore che prova è talmente forte da mettersi a piangere. Di sicuro anche Ajikawa, se fosse stato creato da un altro mangaka, avrebbe trovato il Gokuraku, proprio come Moteuchi.
Chiaki e Koaki sono completamente identiche, o almeno questo è il presupposto. Quindi vedremo la stessa persona affrontare, allo stesso tempo, due situazioni completamente diverse. Ma sono davvero la stessa persona? Questo è il dubbio che attanaglia Ajikawa. Cerco di spiegare: è vero che Koaki è la copia di Chiaki, ma nella copia è stata cancellata una parte fondamentale della vita dell'originale, vale a dire la storia d'amore con lo studente universitario. Questo è il punto di forza del personaggio di Ajikawa, accorgersi appunto di questa differenza tra le due ragazze: lui è innamorato di Chiaki per un motivo particolare (qualcosa che lei ha detto o fatto, vi lascio la sorpresa), ma se questo particolare fosse assente in Koaki? Vorrebbe dire riversare i propri sentimenti su una persona diversa da quella che li ha causati. E cosa c'è di più sbagliato?
Lo sviluppo psicologico di questi tre (o due?) personaggi durante lo svolgimento della storia è più che evidente, verosimile e descritto dal mangaka in modo davvero chiaro.
Yamada-sensei è il personaggio più divertente della serie. In compagnia della sua inseparabile capra (si, avete letto bene, capra) darà vita a molte gag divertentissime. Ma il suo ruolo non si ferma a quello di macchietta strappa-risate, infatti lui è il deus ex machina dell'esperimento. Apparentemente, al contrario di Ajikawa, non si accorgerà delle differenza tra Chiaki e Koaki, che continuerà a chiamare per gran parte dell'opera "Copia-kun", come se apparentemente non volesse riconoscerla come entità separata da Chiaki. Perché tutti questi "apparentemente"? Semplice: l'analogia con il Dottore, fatta in precedenza, non riguarda tanto la frase detta da lui stesso ad inizio manga (espressa nel riassunto della trama e che non riscrivo) ma appunto per questo suo atteggiamento distaccato, che asseconda una morale (ammesso che ci sia) sicuramente diversa da quella dei suoi studenti. Lo stesso esperimento, proposto quasi come un gioco ai due studenti, è di una crudeltà inumana. Se vince Koaki, Chiaki sarà costretta a dimenticare tutto quel che riguarda il suo attuale ragazzo, cancellando quindi una parte fondamentale della sua vita. Non è detto che uno dei due ragazzi debba essere il compagno a vita di Chiaki, non è questo il punto. Il punto è che sarebbe troppo crudele dimenticare una persona, anche se non si è destinati a stare con lei per tutta la vita, perché sono questi ricordi (belli o brutti che siano) a formare le persone che siamo.

I disegni mi hanno colpito davvero molto: il tratto è morbido e rotondo, proprio come piace a me. Le tavole non sono appesantite da troppi particolari inutili, e anche gli sfondi a volte sono del tutto assenti. Questa particolarità, che in genere viene considerata (anche dal sottoscritto) come un difetto di un'opera, in questo caso è stata un'ottima scelta, poiché permette di concentrarsi solo sui protagonisti. Yasohachi è bravissimo a comunicare al lettore i sentimenti dei suoi personaggi con il semplice disegno, e, in fondo, sono proprio i loro sentimenti ad essere l'oggetto dell'esperimento e , quindi, protagonisti indiscussi del manga.

Il voto finale è un 9 pieno. Dare di più sarebbe troppo, perché un grosso difetto in questo manga c'è: lo svolgimento del finale, o almeno una parte di esso, in cui gli eventi sono un po' troppo frenetici. Per il resto ribadisco la mia sorpresa per quest'opera che mi ha davvero divertito, pur non essendo demenziale e superficiale, fornendo diversi spunti di riflessione riguardo diversi argomenti. Davvero un peccato che, per ora, nessun editore nostrano l'abbia tradotto. Questo è un titolo che vorrei veramente nella mia collezione, la speranza è l'ultima a morire.