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8.0/10
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"Shamo" è uno di quei rarissimi esempi di manga che si mantengono fuori dagli schemi, o quasi.
Impossibile restare indifferenti a questa tempesta impetuosa, inizialmente messa in scena da Izo Hashimoto ed illustrata da Akio Tanaka, che durante la stesura prenderà in mano anche le redini della sceneggiatura.

Ryo Narushima è una ragazzo modello che frequenta un rinomato liceo e che, grazie al suo portentoso rendimento, proseguirà i suoi presso la prestigiosa università di Tokyo.
Un giorno però, in preda ad un raptus, Ryo massacra i suoi genitori a coltellate, davanti a sua sorella Natsumi. Dopo questo episodio, la sua vita cambierà completamente e, soprattutto dopo la permanenza nel riformatorio Ajigasaki, il ragazzo taciturno si trasformerà in una belva feroce.

"Shamo" ci racconta di un adolescente che si è irrimediabilmente perso tra le pieghe di una società di cui non riesce a sentirsi parte. Estremamente intelligente, non è in grado di esprimere altro che rabbia, verso tutto ciò che lo circonda. Solo un paio di persone gli sono care: la sorella ed il suo amico Tokichi.
L'unica cosa che gli permette di sentirsi vivo è combattere, diventando sempre più forte; quasi a cercate di riempire con la forza il vuoto che lo divora dall'interno. Il fulcro di tutte le vicende è quindi il combattimento e, come scintilla iniziale, il karate.

Se, da un lato, non mancano le classiche figure presenti in una sceneggiatura incentrata sulle arti marziali, dall'altro, il modo in cui tali personalità vengono gestite è estremamente originale e coraggioso. Mi sarebbe piaciuto terminare qui il mio commento, invece, verso la metà dell'opera, l'incanto sembra svanire e "Shamo" si trasforma in un classico manga sulle arti marziali, attraversando due fasi distinte, durante le quali tutti gli stereotipi sul genere vengono soddisfatti e l'originalità si perde quasi del tutto.

A rendere magico "Shamo" era la crudezza della realtà e della sua messa in scena. Il carattere di Ryo era perfetto per mostrarci il lato più oscuro di un essere umano. Ad un certo punto, invece, la trama prende una piega inaspettata e assistiamo ai soliti allenamenti super-elitari per impadronirsi di super-tecniche per sconfiggere super-cattivi. Non c'è nulla di sbagliato, ma è tutto già trito e ritrito e quello che leggiamo non aggiunge assolutamente nulla al filone.
Terminato questo passaggio, di punto in bianco, il lettore si trova davanti ad un reset generale ed il cammino di Ryo sembra ripartire da zero. Tutto ciò che il ragazzo ha imparato svanisce nel nulla e la trama perde importanza, si passa da un combattimento all'altro, il ring diventa così il vero protagonista e la storia perde gran parte del suo mordente.
Dopo questa parentesi, la narrazione si scrolla un po' di ruggine di dosso e riprende man mano ad essere più fluida, articolata, e gli avvenimenti tornano a seguire finalmente un percorso logico. "Shamo" torna a spiazzare il lettore, ma in modo diverso. Vengono introdotti personaggi alquanto bizzarri, ma se in un primo momento può apparire come una mancanza di idee, il finale toglie ogni dubbio. Tanaka ci offre un epilogo denso di significato e la vita di Ryo Narushima ci appare in tutta la sua malinconia.

Lo scontro legale per la detenzione dei diritti, che si è consumato tra i due autori, nonché il cambio di sceneggiatore in corso d'opera, credo siano stati le cause principali di questo andamento altalenante, che si è riflesso sulla qualità della narrazione.
L'intera opera si può tranquillamente suddividere in quattro macro-blocchi, troppo diversi tra loro, troppo scollati. La dimostrazione lampante è che i personaggi che subentrano nei due blocchi centrali, dei quali ho già discusso in precedenza, scompaiono durante il prosieguo della storia e, in un manga di questo livello, tale mancanza è immediatamente tangibile.

Senza queste cadute di tono "Shamo" sarebbe finito nell'olimpo dei manga, pur tuttavia restando un lavoro eccezionale, che difficilmente può lasciare indifferenti.
La personalità dei personaggi è studiata perfettamente e dona grande realismo alle vicende narrate, inoltre la loro introspezione psicologica è attenta e mai banale. Ryo è una bomba a cui è stata già tolta la spoletta. La sua detonazione è questione di attimi e, pur sapendolo, il lettore resta sempre sbalordito di fronte a tanta rabbia sprigionata.

La cura maniacale che l'autore ripone nella scene di combattimento è una vera prelibatezza per gli appassionati di sport da combattimento. Probabilmente non si era mai visto una riproduzione tanto fedele di incontri di arti marziali miste. Non c'è un solo dettaglio lasciato al caso durante le esecuzioni delle varie tecniche. Per chi odia tali sport, sconsiglio certamente la lettura, per tutti gli altri non è escluso che, dopo aver letto qualche numero, possiate iniziare a praticare anche voi.

La regia, inoltre, è altamente cinematografica e presenta inquadrature strepitose, che riescono a creare un'atmosfera perfetta per gli avvenimenti narrati, riuscendo sempre a trasportare il lettore sul campo di battaglia.

I disegni, con il progredire dei volumi, divengono di impareggiabile bellezza. Si resta davvero rapiti da tanta perfezione e non c'è dubbio sul fatto che rappresentino una buona dose del fascino di "Shamo".
L'edizione della Panini Comics che ho letto è quella con le sovraccoperte bianche per i primi diciotto volumi.
Dal diciannovesimo la qualità della carta e della rilegatura è abbastanza altalenante per poi riprendersi nei volumi finali per i quali viene utilizzata carta di ottima qualità. Peccato per l'assenza di tavole a colori, ma in ogni caso il prezzo è certamente conforme alla qualità dell'edizione.