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Le risorse energetiche tradizionali, come petrolio e gas, non dureranno in eterno, poiché sono destinate ad esaurirsi nel giro di qualche decennio. Il mondo per non ritornare ad un medioevo tecnologico, sarà costretto a rivolgersi alle fonti alternative che allo stato delle cose, pur essendo meno efficaci di quelle odierne, sono sicuramente più eco-sostenibili per il pianeta. Lo sceneggiatore Yasuo Otakagi, avvalendosi ai disegni della collaborazione grafica di Yusuke Murata, matita di "Eyeshield 21", confeziona "Donten Prism & Solar Car", manga di due volumi che si concentra sull'uso di una delle principali fonti energetiche alternative; cioè l'energia solare.

La storia vede protagonista un giovane poco loquace di nome Kaneda Shouta, studente che ha perso il padre da piccolo e per questo motivo ha vissuto un'infanzia difficile sia a livello affettivo che economico, dovendo per questo motivo lavorare nella fabbrica dello zio per accumulare il denaro necessario. Una svolta nella sua monotona vita, sembra essere data dall'arrivo a casa sua di un gruppo di giovani ragazzi, i quali chiedono la sua collaborazione per aiutarli a far funzionare una macchina ad energia solare, così che possano partecipare ad una competizione automobilistica.

Un manga avente un soggetto del genere è sicuramente interessante, non solo per il panorama nipponico, ma anche per il fumetto a livello generale. Il problema però sta nel non aver sfruttato al meglio l'idea di base, poiché gli autori temevano lo scarso appeal di pubblico verso cui poteva andare un'opera del genere e per questo motivo hanno dovuto infarcire la sceneggiatura con solite componenti shounen come la componente romantica ed idealistica. Il gruppo dei giovani ragazzi capitanati dalla bella Yazaki, si dimostra si mostra sin dall'inizio troppo allegro, scanzonato e decantatore della nobiltà della loro missione energetica, risultando melenso , anche per via dei dialoghi messi in bocca a loro, i quali sembrano essere usciti da una stamperia studentesca di fine anni 60-inizio anni'70. Tutto ciò, andrebbe bene se i ragazzi fossero dei liceali non ancora inseriti nei meccanismi del mondo del lavoro, ed invece, ci ritroviamo a che fare con dei giovani universitari, che in quanto tali dovrebbero essere ben consci delle difficoltà del mondo odierno e settare in questo modo i loro ideali su un orizzonte più pragmatico, cosa che invece risulta del tutto assente.
La tipica caratterizzazione shounen di tali ragazzi, dovrebbe essere bilanciata dall'amara realtà, del duro lavoro di saldatore, riservata al protagonista Shouta, il quale inizialmente entra in conflitto con il gruppo dei giovani proprio per via del loro modo di fare idealista. Tale scontro sulla visione del mondo, poteva portare a risultati interessanti, se su di essa fosse stata posta più attenzione del necessario, ed invece dopo un paio di capitoli, il conflitto è risolto e il nobile ideale di amicizia vince su tutto.
Nonostante sia un manga che dovrebbe farsi potatore del messaggio ecologico, avendo come argomento principale l'energia solare, purtroppo per portare aventi la storia, scade nei più beceri meccanismi shounen con il solito dramma del passato che ritorna a farsi sentire (risolto all'acqua di rose) e la componente romantica su cui è arduo rinunciare, pena mancanza di empatia verso i personaggi da parte del pubblico. Se non altro sono da sottolineare in modo positivo i capitoli dedicati alla gara automobilista delle macchine ad energia solare, visto che è rappresentata in modo anti-adrenalinico e anti-spettacolare, riuscendo a mettere in scena lo spossante sforzo fisico nel guidare tale mezzo per un lungo periodo.

L'apparato grafico di Yusuke Murata, di cui si erano apprezzate le adrenaliniche tavole sportive di "Eyeshield 21", risulta di buona fattura e dimostra sensibili progressi rispetto alla precedente opera. Nonostante l'indubbio valore di tale disegnatore, forse non risulta essere la persona adatta ad un'opera del genere, visto che il manga seppur sia graficamente buono per gli standard dei gusti dei ragazzi odierni, non riesce a fare meno delle stravaganze grafiche e delle linee spigolose, tipiche della produzione shounen imperante; poiché al loro posto sarebbe stata richiesta una maggior "sporcizia" della tavola al posto di uno stile eccessivamente laccato, che conferisce un'impostazione grafica troppo pulita, inoltre sarebbero state gradite meno derapate stilistiche per un'opera avente in primo piano argomenti di futura attualità.

In sostanza "Donten Prism & Solar Car" si fa portatore di un messaggio ecologista e fortemente sostenitore delle fonti energetiche alternative, che in un futuro non molto lontano, dovranno sempre più essere adoperate in maggior numero, specialmente da parte di paesi come il Giappone o la nostra Italia, che sono povere di materie prime e sono costrette ad importare energia dall'estero a caro prezzo. Ciò che rammarica è l'aver trattato tale argomento in un modo troppo superficiale e di aver fatto ben poco cenno alle difficoltà dei ragazzi durante la lavorazione di un progetto tanto artigianale quanto pionieristico e per questo, di non facile realizzazione, scegliendo invece, di abbandonarsi troppo ai cliché del genere shounen.