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“Midori no Hibi” è quanto di più stupido possa esistere a livello di trama, grossolano, demenziale e assolutamente privo di senno: proprio in questo si nota quella piacevole sensazione di mai visto che fa apprezzare una novità.

L’anime inizia con la descrizione del protagonista, il rissoso Seiji, il quale poco si cura della sua immagine, se non nei momenti in cui prova a dichiararsi, ricevendo sempre il famoso due di picche dalla ragazza di turno. Seiji gioca al suo ruolo di duro, avendo dalla sua un’arma potente, ovvero la mano destra del diavolo, così la chiama lui: in realtà è la sua forza d’animo, che l’aiuta senza dover ricorrere a nessun tipo di potere speciale.
Il nostro protagonista non è un bullo, anzi il più delle volte si trova in situazioni al limite per aiutare qualcuno, ma questo suo modo di fare lo lascia isolato, difatti sia la sua classe che tutto l’istituto lo evita, affibbiandogli il nomignolo poco edificante di “cane pazzo”. Proprio in questo frangente una mattina Seiji si sveglierà e al posto della sua amata mano destra troverà Midori.
Midori fin da subito si proclama innamorata di Seiji e poco baderà alla sua condizione attuale, arrivando persino ad essere grata di quest’occasione. La storia si presenta così come una grossolana commedia, basata su equivoci e surreali situazioni, dove l’assurdità del contesto è il pane quotidiano dei due protagonisti Seiji e Midori, i quali affrontano, giorno dopo giorno, i problemi di un’ “ordinaria” quotidianità.

La storia, per quanto assurda, scorre bene, condita al punto giusto con una dose massiccia di gag comiche e surreale umorismo; l’ecchi è appena menzionato e funzionale per dare pepe agli sketch, senza mai essere pesante. Buona anche la dose di azione, con gli scontri a cui il nostro protagonista partecipa quasi quotidianamente. Sceneggiatura e buon senso sono spesso latitanti in questo anime, ma è anche questa una sua peculiarità...
I dialoghi perdono molto di senso, quando sono gli stessi protagonisti a farli, eppure, se l’anime non fosse altro o comunque la somma di vari generi, funzionerebbe bene anche come commedia romantica; infine, la possibilità di essere in intimità con la persona amata fino ad essere la sua “mano” destra non è da tutti...
I personaggi sono praticamente allegorici e caricature di loro stessi: per capirci meglio, quando pensiamo a uno stereotipo, lo troviamo qui rappresentato, dal teppista con la mascherina sul volto e il trench lungo, allo stesso protagonista biondo ossigenato o alla capoclasse tsundere. Sì, i personaggi sono tutti caricature di loro stessi, ma, alla fine, lavorano bene in gruppo, specialmente nel diorama che si presenta ad ogni scena comica.

Per essere una serie del 2004, i disegni sono gradevoli e il cambio di espressioni praticamente inventate sono quanto di più comico si possa vedere; ovviamente la scenografia è essenziale e quindi trascurata, ma per un anime di questo livello va più che bene.

In conclusione, l’anime non è bello, ma, se uno cerca una serie per scompisciarsi letteralmente dalle risate, soddisfa i suoi gusti con “Midori no Hibi”.