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7.5/10
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La serie “KonoSuba” ha lasciato il segno e ora non si può che attendere con ansia la seconda stagione, nella sicurezza più assoluta che reggerà il confronto con il suo predecessore (ovviamente è la speranza di tutti). Ma, nel frattempo, perché non stuzzicare ancor di più l’appetito con questo entusiasmante (ed esilarante) OAV?
Uscito nella primavera del 2016, riprende appieno lo stile che aveva caratterizzato la serie precedente; un’opera prettamente fantasy, ma che lascia molto spazio alla commedia. E proprio in questo punto, a mio avviso, risiede la vera forza di “KonoSuba”. La riproposizione di vecchi stereotipi è più che palese, ma, in un certo senso, questi vengono dissacrati e derisi a più non posso.

L’OAV racconta complessivamente un lasso di tempo di quattro giorni, in cui Kazuma si ritroverà come al solito di fronte a un pericolo mortale. Infatti il ragazzo indosserà quasi per caso uno strano collare, trovato nella bottega della non-morta Wiz, che lo costringe ad esaudire un desiderio. Peccato che, giorno dopo giorno, il collare si stringe sempre più intorno al collo del malcapitato, condannandolo a una morte atroce dopo soli quattro giorni.
E allora qual è il desiderio di Kazuma? Apparentemente nessuno. Allora cosa fare se non esaudire tutti i suoi desideri perversi, alla ricerca di quello effettivamente valido?

Gag a dir poco esilaranti e momenti di puro ludibrio: anche se si tratta di un solo episodio, “KonoSuba” riesce sempre ad appassionare a modo suo. Compare un nuovo personaggio, una bislacca maghetta avversaria di Megumin, che aggiungerà un pizzico di stravaganza in più (come se non ce ne fosse già abbastanza). Insieme alle altre, sarà costretta a seguire gli strambi desideri del protagonista, che certo non nasconde il piacere di farsi coccolare dalle forme prosperose di Wiz, o guardare le due maghette fronteggiarsi in scontri a dir poco sexy.
Ma riuscirà a sopravvivere Kazuma? Forse sì, forse no. Ci si può aspettare di tutto da un personaggio che è già morto un paio di volte.

Buona la grafica, che rispecchia alla perfezione quella già vista nel corso della serie. Colori vividi e accesi, e tratti lineari e semplici. Ma, per quanto riguarda questo punto, è inutile approfondire. In fin dei conti si tratta di un semplice OAV. Ma, a tal proposito, deve essere considerato come semplice fanservice? Effettivamente questo abbonda, ma non è che nella serie principale ci veniva risparmiato. Eppure, come già ricordato in precedenza, è un fanservice quasi ironico, che non viene spiattellato in modo passivo allo spettatore, ma pare quasi ironizzare su alcune serie simili. Ovvio che poi approfitta pure del momento per accattivarsi la platea...

Voto finale: 7 e mezzo