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Scrivendo una recensione per questo anime, potrei cominciare parlando dell'indole sonnecchiante di Tanaka, del chara design o dei lineamenti generali della trama, ma si deve innanzitutto elogiare la cura del dettaglio. Il dettaglio che consacra la serie per quel che vuol trasmettere, in ogni ambito. Per la regia, lenta, riflessiva, piena di silenzi e sguardi enigmatici, che va a braccetto con la filosofia di Tanaka, le sue azioni e i suoi pensieri, riuscendo con insolita flemma a portarmi nel suo mondo. Per i colori pastello, così ben assortiti tra loro, che regalano un'insperata e stupenda quiete. Per la colonna sonora, ben curata e contestualmente adatta. Per l'opening, che va davvero a braccetto con la serie, e addirittura per le immagini che accompagnano l'opening, che in un minuto circa riescono perfettamente a introdurre i tratti generici del mondo in cui ti insinuerai, come se ti spingessero lentamente in una vasca calda in pieno inverno dalla quale non vorrai più uscire.
Ed è questa la sensazione che ho provato nell'ultimo secondo dell'ultima puntata: la voglia di voler continuare a vivere accanto a loro, come se fosse una cosa normale, quasi naturale. Perché in questo anime prima di tutto ho trovato quel che si cerca invano in molti “slice of life” o presunti tali: la possibilità che ognuno di noi possa provare quel che vivono i protagonisti della serie, senza irreali storie d'amore o scoppiettanti eventi fuori dall'ordinario comune.

Tornando ai criteri standard di una recensione, il protagonista Tanaka è un ragazzo piuttosto pigro, che escogita ogni sorta di piano per evitare scocciature o fatiche impreviste, evitando qualsivoglia tipo di problema pur di sonnecchiare cinque minuti in più. Oota, il suo migliore amico, è una sorta di suo tutore, che si prende cura di Tanaka nei momenti più “critici” e che sotto sotto sembra apprezzare il modo di vivere insolito del suo amico. Miyano è una ragazza iperattiva fermamente convinta che con l'impegno si possa ottenere tutto, persino diventare come il suo mentore Tanaka (beh, impegnarsi a diventare pigri può apparire un controsenso, ma tant'è...). Shiraishi è la star della scuola con un passato da 'sfigata' reclusa. Echizen è una presunta teppistella che in realtà ha un buon cuore. La sorellina di Tanaka ha un carattere piuttosto possessivo verso il fratello maggiore.
Ho apprezzato molto il chara design: pochi tratti chiari e distintivi, che rendono i personaggi tali e non soltanto comparse per dare un senso spicciolo a un episodio. L'unica remora è che si è poco indugiato su essi, ma, vista la breve durata della serie, non ci si può far molto.

La trama non è certo un esplosione di colpi di scena, anzi: seguendo i tratti del suo personaggio centrale, scorre lentamente e senza troppi intoppi, nonostante si aggiunga un leggera sfumatura sentimentale che dà quel qualcosa in più, che non intacca l'unità e il senso della vicenda, ma anzi la arricchisce di un rosa tenue che non può far male.

La scuola in cui si svolgono principalmente le vicende è piuttosto vivace, con porte colorate e soffitto parzialmente in vetro per rendere luminoso l'ambiente. Dettagli che stanno a pennello, se posti in una serie come questa.

Infine, ho cercato di non rivelare altri particolari per non togliere sorprese a chi leggerà questa recensione, descrivendo le vicende e i personaggi nei lineamenti principali. Perciò so che chi arriverà qua in fondo si chiederà: “Perché dovrei vedere questa serie?” Perché ognuno dei personaggi che incontrerai, ogni momento che vivrai e ogni inquadratura che osserverai ti parrà vera e viva e, quando finirai di vederla, vorrai soltanto un altro episodio in più, un altro minuto con Tanaka & Co.
Perché ti sembrerà veramente strano che quel che hai vissuto sia, in fondo, “soltanto” un anime.