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4.5/10
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Nell'ambito dell'animazione giapponese, vi sono diversi brand che si portano ormai diversi decenni sulle spalle. Parlando di longevità, prolificità e impatto sui media, sicuramente uno dei primi nomi a venire in mente è ”Gundam”. Ma il brand “Macross” non è poi così distante, vista l'importanza avuta e la capacità di far parlare ancora di sé.
Dopo il fortunato “Macross Frontier”, che nel 2007 riportò alla ribalta la serie, nel 2015 venne annunciato un nuovo progetto, che si sarebbe concretizzato l'anno successivo nelle vesti di “Macross Delta”. L'opera venne lanciata con una corposa preview (comprendente quasi tutto il primo episodio) che sembrava volersi staccare da alcuni elementi classici al fine di ricollegarsi ad altri lavori dove il creatore del brand, Shoji Kawamori, aveva recentemente lavorato. È infatti impossibile non notare alcune rassomiglianze stilistiche con il recente "AKB0084", opera mecha/musicale dove le protagoniste sognano di entrare in un gruppo di idol e le coreografie/sezioni musicali rivestono ovviamente una notevole importanza nell'opera.
E bisogna ammettere che il pilot era piuttosto interessante: il dinamismo era notevole, i due protagonisti venivano mostrati in modo adeguato e il connubio in combattimento fra i classici caccia trasformabili e il “nuovo” elemento dello show in mezzo alla battaglia poteva essere interessante (anche se, come si avrà modo di vedere, questo comporterà una delle maggiori criticità dell'opera). Insomma: un inizio che poteva destare interesse, se si supera lo scoglio dell'apparente atipicità rispetto al passato. Il problema sono i venticinque episodi successivi, che portano a un repentino e progressivo calo di qualità fino alla stabilizzazione a un livello piuttosto basso.

Ma è meglio andare con ordine, ed esporre gli antefatti di questo “Macross Delta”. L'opera è ambientata diversi anni dopo la conclusione di “Macross Frontier”, in un settore della galassia dove si manifestano delle misteriose esplosioni di attacchi d'ira e di follia collettiva (la patologia è chiamata Var Syndrome). Le Walküre sono un gruppo di idol costituitosi al fine di contrastare questa piaga, e al suo interno vengono reclutare ragazze capaci di rimuovere gli effetti della Var Syndrome attraverso il canto (la loro importanza è tale da essere inquadrate nell'apparato militare, in quanto il nome ufficiale è Tactical Sound Unit Walküre). Esse sono assistite dallo squadrone Delta, un'unità di Valkyrie adibite al supporto e protezione delle ragazze.
I due protagonisti sono Freyja Wion, una giovane windermeriana desiderosa di entrare a far parte del gruppo di idol, e Hayate Immelmann, un capace pilota civile senza un preciso scopo nella vita.
Dopo il loro movimentato incontro, presente nel primo episodio, avverrà il proverbiale avvicinamento della prima alle Walküre e del secondo allo Squadrone Delta (del quale fa parte Mirage Fariana Jenius, terzo elemento nel proverbiale triangolo amoroso presente anche in questo “Macross” e “figlia d'arte”, essendo discendente diretta di personaggi presenti nelle prime incarnazioni del brand: un'idea per dare continuità, suppongo).

Come già detto, il pilot era stato costruito per destare interesse, ma purtroppo l'opera non ha avuto una cura globale della stessa entità, e sono moltissimi gli errori che hanno portato al fallimento qualitativo di questo progetto. Superato il prologo, avviene (come già riportato) l'avvicinamento dei protagonisti alle loro “aree di competenza (ovvero idol per la ragazza e Valkyrie per il ragazzo), ma purtroppo va riportato che il tutto avviene in modo piuttosto sbrigativo e con una certa dose di sufficienza.
L'impressione, mentre l'opera era ancora in corso (e non si era a conoscenza della precisa durata), era addirittura quella di trovarsi di fronte a una serie di dodici-tredici episodi, per via della relativa velocità con cui si stavano muovendo gli avvenimenti. Dal punto di vista degli eventi, questa sezione iniziale non è “sbagliata” a prescindere, ma risulta del tutto insufficiente in virtù del fatto di trovarsi di fronte a una serie da ventisei puntate. Di contro, vengono presentati decisamente troppi personaggi in un arco di tempo troppo limitato. Purtroppo, queste sono le prime avvisaglie dei gravi problemi che affliggono la sceneggiatura, una delle maggiori criticità di questo “Macross Delta”. Superata la sezione iniziale (non troppo coinvolgente, ma la si potrebbe quasi perdonare per le velleità introduttive), appaiono i veri antagonisti dell'opera, gli Aerial Knights capeggiati dal regno di Windermere, che paiono sfruttare il propagarsi della Var Syndrome per i propri scopi. Qui ci si aspetterebbe un'impennata dell'opera, con un crescendo dovuto allo scontro fra i due gruppi, ma purtroppo nulla di tutto questo accade. Di contro, si assiste all'inizio di una corposissima sezione centrale stracolma di archi narrativi o episodi con contenuti di natura perlopiù triviale e banale, inframezzati da (poche) informazioni utili al proseguimento della trama. Lo storywriting di questa sezione è veramente mediocre, e addirittura ci si ritrova di fronte a episodi importanti sviluppati in maniera talmente banale da risultare prevedibili, involontariamente comici o addirittura grotteschi. E questo per le parti serie.
Quelle meno impegnate (come gli sviluppi del proverbiale triangolo) risultano semplicemente poco interessanti, e non mi sorprenderei se molti non riuscissero a superare questi scogli di vacuità narrativa.
Nella sezione finale (cinque-sei episodi al termine) la storia tenta di sollevarsi, facendo però ricorso ad altri obbrobri narrativi come “spiegoni”, tentativi maldestri di riconnettersi al glorioso passato del brand e così via. C'è un miglioramento effettivo, a dire il vero, ma solo perché era impossibile fare peggio.
Vi è addirittura da dire che la vera natura dell'antagonista, nonché i suoi scopi, vengono rivelati in modo estremamente sbrigativo solo nelle ultime battute, e altrettanto sbrigativamente la questione viene liquidata. Il finale in sé risulta addirittura per nulla risolutivo, troncandosi quando gli avvenimenti sarebbero, in effetti, ancora in corso. E senza contare le questioni irrisolte (numerose e importanti). Un vero pasticcio.
Per essere chiari: la sceneggiatura di quest'opera è un disastro, e ha generato un'opera semplicemente incapace di coinvolgere lo spettatore, ma pure piuttosto indicata per frustrarlo.

Ovviamente questa carenza si ripercuote in tutti i settori legati al comparto narrativo. Il cast di “Macross Delta” è piuttosto ampio, ma raramente i personaggi saranno ben sviluppati (anche a causa della troppo rapida introduzione nella storia).
I protagonisti ottengono una caratterizzazione solo funzionale (ma si poteva fare decisamente di più, specialmente nel background personale), mentre altri vanno dall'essere rappresentazioni stereotipate in funzione del loro ruolo fino all'essere poco più che comparse dimenticabili.
L'esempio lampante è quello delle idol, per le quali ci sarà un tentativo di caratterizzazione nella sezione finale (ulteriore indice dello spreco di tempo nella parte centrale), dove ormai è tardi per lo sviluppo in tal senso. Davvero incredibile la mancanza di focus su Mikumo, notata da molti per la somiglianza con Sheryl di “Macross Frontier” (ma non per il ruolo) e totalmente non sviluppata (forse per mantenere l'aura di mistero, ma si tratta comunque di una scelta alquanto stupida).
Altre vittime illustri sono gli antagonisti windermeriani: sono rari i momenti realmente utili incentrati su di loro, e nella famigerata sezione centrale non riescono a trasmettere altro che un senso di banalità. Solo nel finale, per forza di cose, le loro sorti migliorano, ma senza andare oltre il livello medio della serie (ovvero basso).

Ma un altro degli aspetti peggiori è senza dubbio il comparto dei combattimenti. Si sa, “Macross” è un brand dove viene data parecchia enfasi al comparto musicale, anche nei combattimenti, ma in “Delta” il tutto viene distorto in maniera ridicola. Non ci troviamo quasi mai di fronte a combattimenti nel vero senso del termine, ma spesso si assiste a vere e proprie coreografie volte ad esaltare le idol e le canzoni. Non vi è sinergia fra la componente d'azione e quella canora, ma la prima è totalmente asservita alla seconda. Ne consegue l'enorme banalità e l'estrema prevedibilità degli scontri.
Quasi sempre avremo uno schema che presenta la comparsa della Var Syndrome, l'intervento delle Walküre, un qualcuno che tenta di farle fuori e qualcun altro che le salva. Da questo punto di vista, è sicuramente uno dei peggiori mecha degli ultimi anni. Di fatto, verrebbe quasi da dire che ci troviamo di fronte a uno strumento promozionale per le canzoni.

Ed è forse il comparto tecnico la parte meno brutta dell'opera. La componente audio, come si è già capito, la fa da padrone; e la sua corposa sezione di canzoni viene frequentemente utilizzata nei vari passaggi dell'anime in questione. Sfortunatamente la variabilità è poca, e ci troviamo di fronte a una vastissima sezione di brani jpop. Il che è ottimo per il target a cui è riferita l'opera, ma non per tutti. Da quel punto di vista, “Frontier” aveva avuto maggiore ampiezza.
La componente visiva, purtroppo, risulta un po' altalenante. Il character design e le sezioni con i personaggi in “carne ed ossa” sono generalmente discrete, con qualche alto e basso, ma le sezioni di combattimento con i modelli 3D spesso danno una sensazione di sufficienza, contribuendo a rendere non convincenti tali parti.

Purtroppo vi è ben poco da salvare in “Macross Delta”: la sceneggiatura è un mezzo disastro, i personaggi sono molti ma poco sviluppati e la banalità con cui è stata costruita l'opera è davvero lampante. Spero vivamente che venga sviluppato un film che ampli il finale e termini almeno buona parte delle questioni in sospeso, perché l'opera termina in maniera del tutto insoddisfacente.
Ma la serie in sé rappresenta sicuramente uno dei capitoli più bui per il brand, e non mi sento di consigliarne la visione.