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[Evito di parlare della trama, per non essere ripetitivo e noioso e passo direttamente al mio personalissimo commento riguardo al film.]
Di solito adoro qualsiasi prodotto che tratti l'intrigante dilemma etico e sociale dell'intelligenza artificiale e quindi del rapporto tra l'uomo e l'incessante avanzare della tecnologia.
Mi sono avvicinato dunque a "Time of Eve" sperando di trovare quegli stessi stimoli e riflessioni psicologiche e filosofiche ricevuti in passato da opere del calibro di "Ghost in the Shell", "Ergo Proxy" e "Serial Experiments Lain".
Mi sono dovuto presto ricredere ed abbassare di molto le mie aspettative sull'opera in questione: "Time of Eve" è ricco sì di spunti e riflessioni interessanti e di momenti toccanti, ma il tutto sa di già visto.
Il film è l'unione di sei episodi in sostanza autoconclusivi in cui si esplorano, una alla volta, le storie dei frequentatori del bar "Time of Eve" (in una struttura che sarà sfruttata in seguito anche da "Death Parade"). Pur essendoci una sottile trama di fondo, nel film si nota molto l'impianto originario dell'anime.
Il clima che si respira è molto calmo e rilassato, e i temi trattati circa "l'umanizzazione della macchina" sono diluiti a tal punto che ti scivolano addosso quali semplici spunti di riflessione: non ti colpiscono in modo diretto e pesante come succede in altri prodotti di ben altra levatura.
Lo scopo principale dell'anime è invece quello di spostare la riflessione dal piano esistenziale e ontologico al piano sentimentale: non ci si preoccupa più di tanto che gli androidi incomincino ad avere una sorta di coscienza di sé, ma ci si focalizza sui sentimenti che essi stessi provano per i padroni. Questi sentimenti però sono sempre inscatolati nelle tre leggi della robotica di Isaac Asimov, dunque negli androidi di "Time of Eve" non c'è una "evoluzione" che li porti a prendere coscienza del loro essere e quindi a incominciare ad agire con una loro volontà. La loro volontà è e resta sempre e comunque schiava delle tre leggi della robotica.
In conclusione, "Time of Eve" è un dolce racconto sulla discriminazione e sui sentimenti, godibile, tutto sommato, nella sua semplicità e scioltezza. Se andate cercando un'analisi profonda, filosofica del dilemma etico, morale e ontologico della "coscienza dei robot" non la troverete.