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Strano che ancora non avessi recensito questo manga.
Forse non lo avevo fatto perché effettivamente non esistono parole adatte a descriverlo.
Innanzitutto credo che Jun Mochizuki sia uno dei disegnatori migliori di cui abbia mai visto le opere, a tal proposito consiglio anche la sua nuova serie "Vanitas no Carte".
Dal 50esimo capitolo in poi comincia ad intricarsi la trama in maniera assurda e terribilmente avvincente, sconvolge in pratica ogni convinzione che aveva costruito durante il corso del manga, ribaltando la situazione innumerevoli volte.
I personaggi sono tutti ben definiti, assumono la loro posizione e il loro ruolo nella vicenda, ognuno è ben definito caratterialmente, e le emozioni sono spesso tenute in considerazione da ambo le parti. L'autore dà molto spazio all'analisi psicologica, cosa che ho apprezzato molto, particolare che si nota anche nei dialoghi. Utilizza inoltre frasi ad effetto, citazioni che ancora oggi ricordo e faccio fatica a non pensare a quanto esse rappresentino la verità. E' impossibile non innamorarsi dei personaggi, così come poi diventa impossibile reggere alle loro storie, al loro pesante e opprimente passato, alle loro spregiudicate azioni, impossibile davvero evitare di piangere in alcuni punti; mi sono meravigliata di me stessa poiché non sono affatto il tipo che si commuove o si dispera facilmente, eppure questo manga arriva dritto al cuore con le sue emozioni. La follia, la disperazione, la determinazione di alcuni personaggi colpiscono particolarmente, contribuendo a creare un'atmosfera cupa, sferzata abbastanza raramente da situazioni scherzose di pura quotidianità. La tensione vive per tutto il corso della vicenda, fino all'ultimo, il capitolo 102 è stato l'epilogo della storia più bella che io abbia mai letto.