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Spinta dai molti pareri positivi ricevuti e dai premi che quest'opera ha ricevuto, ho finalmente concluso la visione integrale di "5 cm Per Second".
Ammetto tristemente che, dati i presupposti, sono rimasta molto delusa.

L'incipit, seppur vagamente banale, non è assolutamente mal fatto, anzi si avverte bene l'ansia nel lungo viaggio che porta Takaki e Akari a rivedersi dopo un lungo e sofferto anno fatto di sole lettere e lontananza. Delicato e agrodolce il loro incontro, le loro promesse, i sentimenti di due giovani che fioriscono in mezzo a una gelida notte di neve; forse un po' troppo romanzato in certi punti, ma non mi ha personalmente infastidito.
Il tema dell'amicizia a distanza tuttavia lì nasce e muore, poiché non ha più ulteriore sviluppo nel susseguirsi degli eventi. Sembra proprio perdersi, come sembra perso Takaki mentre gli anni si portano via la sua giovinezza. Ma tutto rimane sfocato, frammentato in flashback gettati a colmare vuoti di trama, senza una precisa logica, giusto per far capire a chi guarda cosa è successo ai due.
C'è un forte, troppo, distacco tra l'intensità sentimentale che si avverte nella prima parte se comparata al vuoto che si ritrova negli ultimi due capitoli. L'evoluzione infanzia-adolescenza-maturità adulta è assente, ci sono solo stacchi netti che non permettono nemmeno di assaporare l'asprezza del senso di vuoto e solitudine avvertiti da Takaki per buona parte degli ultimi due episodi.

"5 cm Per Second" avrebbe avuto un enorme potenziale, se ben sfruttato, ma la scelta degli stacchi netti tra i vari episodi ha dissolto totalmente la poesia di partenza.