logo GamerClick.it

10.0/10
-

Di tutti gli anime che ho visto "Shigatsu wa Kimi no Uso" è quello che mi ha lasciato un segno più forte, l'ho visto per intero almeno tre volte e l'ho amato ogni volta, da qui il mio 10 convinto.

Non riporto la trama, spiegata bene da molti altri, e mi limito agli aspetti che secondo me ne fanno un assoluto capolavoro.

I personaggi sono ben tratteggiati, profondi e con ricche relazioni tra loro. Oltre al rapporto tra Kousei e la violinista Kaori e tra Kousei e l'amica d'infanzia Tsubaki, a una seconda visione spiccano le relazioni di ammirazione-emulazione-sfida con i colleghi-avversari Emi e Takeshi, che non sono dei semplici antagonisti, ma dei personaggi a tutto tondo, trascinati al pianoforte dal talento di Arima Kousei.
Un altro elemento fondante della storia è la relazione di amore-odio con Arima Saki, la madre di Kousei, proseguita poi con Seto Hiroko, vera seconda madre. La commovente metamorfosi attraverso l'amore filiale incondizionato, il rifiuto e la riconciliazione tolgono il fiato.
Al centro di tutta la vicenda c'è naturalmente la burrascosa relazione con Kaori, vera artefice della rinascita di Kousei. Il loro amore, manifestato tutto tramite la musica, esprime una dolcezza sognante, evitando tanti luoghi comuni delle storie romantiche.

E la musica... non solo il repertorio classico portato in scena, molto Chopin, poi Mozart, Beethoven e altre perle soliste è entusiasmante, ma ciò che mi ha più colpito è come le interpretazioni di Tomoki Sakata, vero alter ego di Arima Kousei, siano state in grado di rappresentare in maniera perfetta le emozioni dei diversi atti della vicenda, accompagnate da animazioni luminose e immaginifiche.

Si piange, sì, si piange di commozione e volentieri, perché è una storia che esalta la bellezza della vita in mezzo a tutte le avversità, e lo fa in maniera meravigliosa, e non vedo come si possa restare indifferenti.
Le uniche pecche che ci trovo, assolutamente trascurabili, sono la presenza di alcuni stereotipi classici degli anime, ma non pesano sul giudizio, anzi un pochino alleggeriscono la vicenda che a volte raggiunge toni profondamente drammatici.

P.S. Un enorme valore aggiunto, almeno per me, è che vedere quest'opera mi ha fatto riscoprire il mondo della musica classica, mia vecchia passione persa per strada negli anni; anche solo per questo sarò eternamente grato a Kaori e Kousei.