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Oggi sono qui per recensire "Il Giardino delle parole", mediometraggio del 2013 di Makoto Shinkai.

Trama: Takao è un giovane studente che si sta preparando per diventare un artigiano fabbricante di scarpe. Un giorno, mentre salta la scuola per andare a preparare schizzi in un giardino in stile tradizionale (giapponese), incontra Yukino, una donna giovane ma più grande di lui. Successivamente i due si incontreranno più volte, senza mai prestabilire l'appuntamento successivo, ma sempre e solo nei giorni di pioggia. Ad ogni incontro i due si aprono sempre più l'uno all'altra, ma la fine della stagione delle piogge si avvicina...

Allora, principalmente il film viene raccontato tramite la stagione delle piogge, che rende il tutto magico, e sentirne il suono rilassa. Il comparto visivo è ben fatto, i colori sono vivaci e accesi, e il tutto è reso molto realistico. Le ambientazioni sono tutte molto belle, soprattutto il parco riesce a farti immedesimare, a un certo punto ti senti lì insieme ai protagonisti.
Il doppiaggio italiano è di ottima qualità, con le buone Emanuele Ruzza e Chiara Colizzi.
Il film si presenta come uno slice of life come altri, ma andando avanti lo spettatore si renderà conto di avere davanti un piccolo gioiello, quarantasei minuti che passano come niente, e le musiche di sottofondo suonate con il pianoforte rendono il tutto più bello.

Vi consiglio di recuperarlo, non dura tanto e riesce ad emozionare nel finale, lasciandoci un po' con l'amaro in bocca, a dir la verità.