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Ci sono diversi motivi per assegnare la massima votazione alla trasposizione animata di una delle migliori opere di Rumiko Takahashi: la storia di Yusaku Godai, di Kyoko Otonashi e degli altri strani inquilini ambientata nella Maison Ikkoku è molto "vera", matura e coinvolgente nella sua quotidianità, geniale senza scadere nella banalità e nei cliché. E' un'opera unica già nella versione cartacea, anche perché attualissima anche oggi: le sfide prima universitarie e poi lavorative nella società giapponese (le innumerevoli "sfighe" e le cattiverie dei vicini) in cui si troverà immischiato il protagonista, il complesso d'inferiorità con il marito defunto di Kyoko, la rivalità di Mitaka, i continui fraintendimenti e litigi, uniti al suo carattere indeciso, nonostante tutto porteranno alla sua maturazione graduale, anche di Kyoko, fino al lieto finale.
L'anime non solo rispecchia fedelmente tutto ciò (fino alla fine della storia), ma grazie alla grafica, ai fondali, alla cura con cui viene rappresentato il quotidiano e all'azzeccata colonna sonora, in più diventa visivamente anche uno spaccato della Tokyo e del Giappone dei primi anni '80. Gli episodi sono molti, ma non troppi, visto che la storia si svolge in sette anni. Nonostante abbia più di trent'anni, con un doppiaggio Italiano migliorabile nella seconda parte, senza dubbio rimane una delle migliori serie animate di sempre.