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4.0/10
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A parte qualche necessaria eccezione, in genere non seguo regole particolari quando decido di acquistare un nuovo manga: il più delle volte vado completamente a caso, se la copertina mi ispira lo compro altrimenti lo lascio sullo scaffale. Ho comprato questo manga molti mesi fa sulla base di due motivazioni: in primo luogo mi piaceva la copertina, dalla quale si intuiva che si trattava di uno shoujo, un genere che amo particolarmente; in secondo luogo la fumetteria da cui mi rifornisco abitualmente aveva già a disposizione tutti i numeri che compongono questa serie per cui potevo comprarli in blocco e godermi la lettura senza dover aspettare mesi e mesi prima di arrivare alla conclusione.
Quindi mi sono fatto impacchettare i vari volumetti e me li son portati a casa tutto contento. In realtà il “pacco” si è rivelato tale non solo fisicamente ma anche nel suo contenuto; purtroppo “Blue” si è rivelato essere ben poca cosa.
Ma bando alle chiacchiere e parliamo di questo manga. Pubblicato in otto volumetti dalla Planet Manga tra il 2011 ed il 2012 (con una rilegatura da far tremare i polsi tanta è la paura che delle pagine possano staccarsi e prendere il volo), questo manga è uno shoujo modello base, che segue cioè rigorosamente l'impostazione classica del genere.
Un accenno di trama: la protagonista, Mimi, torna sull'isola dove viveva da bambina dopo tre anni trascorsi a Tokyo; ad attenderla ci sono i suoi tre amici d'infanzia tra cui Hikari un ragazzo da sempre innamorato di lei. Mimì, però, non sembra molto propensa ad assecondare le sue avance: la ragazza, in realtà, ha deciso di tornare sull'isola per scappare da un rapporto complicato con un suo professore, e non si sente ancora pronta a lanciarsi in una nuova storia. Le cose, però, sono destinate a cambiare molto in fretta.
Una trama confusa e caotica condita da una serie di personaggi volubili e irritanti; è questo il succo di "Blue", un manga che esaurisce troppo in fretta il suo tema principale e che per andare avanti crea tutta una serie di situazioni abbastanza cervellotiche che finiscono per far disamorare completamente il lettore da una storia che, in realtà, non lo ha mai appassionato troppo sin dall'inizio. I personaggi non convincono per niente, assumono comportamenti abbastanza improvvisati che li porterà ad incontrarsi, separarsi, incontrarsi di nuovo, separarsi di nuovo e così via sempre per motivi futili, anche se mascherati con riflessioni molto profonde ma solo all'apparenza.
L'amore fa compiere azioni stupide ma non è un qualcosa di stupido di per sé; invece quello raccontato da "Blue" riesce a far sembrare illogico ciò che per sua natura non può essere giudicato con la logica. Uno shoujo che si rispetti deve avere la capacità di far sentire innamorato il lettore per tutto il tempo passato a sfogliare le sue pagine; qui, invece, si procede con una lunga serie di colpi di scena (sempre uguali poi) che non scaldano il cuore ma che risultano, invece, molto fastidiosi sulla media-lunga distanza.
Non c'è bisogno di aggiungere che il mio parere su questo manga è negativo; e se, come è capitato a me, volessero offrirvelo in blocco scappate pure a gambe levate.