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Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Galaxy Express 999" è a mio parere il capolavoro assoluto di Leiji Matsumoto; si tratta di un'opera le cui sfumature sono innumerevoli, probabilmente l'opera più variegata che io conosca, il che ha permesso all'autore di esprimere il suo pensiero e la sua poetica a 360 gradi.

La serie difatti ha una forte impronta fiabesca e si snoda in ben 113 episodi di cui la maggior parte sono autoconclusivi, ogni episodio quindi ha qualcosa da raccontare allo spettatore e qualcosa da aggiungere al bagaglio culturale del protagonista, che attraverso il Galaxy Express viaggia inesorabilmente attraverso il grigio mondo degli adulti e della società, che ci viene mostrata in tutta la sua assurdità, spesso tramite delle metafore alcune di esse al limite dell'autorialità e del nonsense (come non citare l'episodio più assurdo di tutti quale il pianeta dei funerali, la cui gente si diverte a fare funerali alla gente quando scopre che le persone possono morire, questo ci fa capire quanto il mondo sia assurdo, quanto la gente possa farsi sopraffare dalle novità e non è mai contenta della propria condizione seppur avessero raggiunto una condizione di perfezione apparente quale la vita eterna).

In un futuro è diventato possibile viaggiare in tutto l'universo attraverso linee ferroviarie che collegano vari pianeti tra loro; sulla Terra intanto è possibile ottenere la vita eterna trasferendo la propria coscienza all'interno di corpi meccanici. La Terra sostanzialmente vanta di una città chiamata Megalopolis in cui la gente può comprarsi a caro prezzo un corpo meccanico e vivere così in eterno e la società ha raggiunto uno stato in cui chi possiede un corpo meccanico, può condurre una vita agiata e lussuosa. Al contrario invece la parte più povera della società, non potendosi comprare un corpo meccanico, è costretta a vivere nella miseria più totale ai margini della società. Tetsuro (o Masai nella versione italiana), è un ragazzo povero che accompagnato da sua madre, decide di percorrere un lungo viaggio a bordo del Galaxy Express 999 verso il capolinea Andromeda in cui si vocifera ci sia la possibilità di avere gratuitamente un corpo meccanico, inizieranno a lavorare sodo per potersi comprare i biglietti del treno. Sfortunatamente la madre di Masai viene assassinata da un duca meccanico che si diverte ad uccidere la gente per puro divertimento quasi come una sorta di battuta di caccia e Tetsuro viene salvato da una giovane e bella donna bionda di nome Maetel (o Maisha nella versione italiana), che propone a Tetsuro un biglietto del Galaxy Express a patto di essere accompagnato da lei per tutto il viaggio. Inizia così il lungo viaggio attraverso l'universo diretti al capolinea di Andromeda. Il personaggio di Maetel desta da subito forti sospetti e il suo alone di mistero che la circonda, ne aumenta il fascino e la sua natura rimarrà enigmatica fino alla fine della serie in cui verrà svelato il suo vero scopo, anche se la sua natura continuerà a rimanere enigmatica anche dopo il finale.

L'elemento cyberpunk del corpo meccanico e la componente space della serie, diventano quasi dei pretesti o degli elementi di contorno per il viaggio del protagonista all'interno di questi mondi in cui appunto il ragazzino vedrà alcune cose come assurde, cose che la sua mente da ragazzino non riesce a concepire, ma che fanno parte della realtà effettiva, alle volte assurda, del mondo degli adulti che spesso si fanno sopraffarre dall'egoismo personale, dalla guerra e dalla sete del denaro, a scapito di cose molto più importanti come il rispetto verso la natura e verso la persona stessa. "Galaxy Express" difatti non è altro che un'opera di formazione e di crescita in cui il protagonista (ma anche lo spettatore), aggiungerà volta per volta qualcosa al proprio bagaglio culturale che gli servirà per formare una propria personalità e per arrivare ad un punto che porterà, prima o poi, ad una scelta che verrà compiuta quando il ragazzino sarà maturato e sarà diventato uomo a tutti gli effetti, ovvero al capolinea del Galaxy Express 999. Il capolinea rappresenta il punto di svolta del ragazzino che si accinge a diventare uomo e ad affrontare la società in tutte le sue contraddizioni ed assurdità. Qui Matsumoto ci mette di fronte ad un bivio e ci chiede se è meglio adeguarsi agli standard che la società ci impone e diventare quindi uomini meccanici che avranno dei vantaggi sicuramente in quanto perfettamente omologati all'ingranaggio, ma che ne annulla in qualche modo l'individualità, oppure rinunciare alle assurdità che ci impone la società e fare dell'individualità il proprio vessillo, ma in questo caso essere considerati degli elementi di disturbo e di fastidio e vivere ai margini della società come Harlock. Matsumoto ci fa capire che l'individualità è sempre qualcosa da difendere e da sostenere nonostante tutto, ci fa mettere in discussione quello che può sembrare normale per tutti, filtrare le cose attraverso il proprio punto di vista e cercare di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato è sempre la cosa giusta da fare. Rinunciare a se stessi è qualcosa di inconcepibile, non si può diventare uomini se si perde la propria individualità, la felicità non arriverà mai se si rinuncia ad essa.

Il mistero che avvolge la natura di Maetel ed il suo sguardo perennemente cupo e quasi onnisciente, rendono il personaggio molto interessante e suscitano nello spettatore una certa curiosità che una volta rivelata, non farà altro che integrarsi alla perfezione con quella che è la natura della serie. Nonostante alla fine non ci mettano al corrente della sua vera natura fisica, il personaggio di Maetel assume esattamente lo spessore che vuole avere, a fine visione infatti vengono a galla delle cose molto interessanti, seppur alcune abbastanza enigmatiche ed irrisolte. La bella Maetel è una sorta di entità mistica, una figura materna il cui compito è quello di guidare il bambino verso l'età adulta.
La struttura ad episodi autoconclusivi è perfetta per veicolare la poetica di Matsumoto in tutte le sue sfaccettature; in quest'opera c'è Matsumoto stesso, se si ama Matsumoto a mio parere è impossibile non amare questa serie che ne contiene tutta l'essenza. Le sfumature di "Galaxy Express" sono innumerevoli e questo la rende una delle serie più variegate dell'intero panorama dell'animazione di sempre (se non la più varia in assoluto). La serie infatti vanta un insieme di generi ben orchestrati tra loro che permettono all'opera di ottenere un fascino unico e delle atmosfere incredibili, i suoi generi che la compongono vanno dal drammatico al cyberpunk, fino a toccare sfumature di horror, nonsense, sci fi e western in alcuni episodi.

Le animazioni sono quelle standard delle serie della fine degli anni 70, nulla di eccezionale insomma, ma alla fine il livello medio era quello che era e francamente non gli si poteva chiedere di più, soprattutto considerando che si tratta di una produzione molto lunga. Le musiche d'altra parte sono incredibili e creano un'atmosfera ed un fascino indescrivibile.

Ho visto gente criticare questa serie per il realismo mancato, mi chiedo come ci si possa aspettare il realismo da una serie fiabesca in cui il protagonista apre il finestrino del treno e fa svolazzare i capelli al vento nello spazio come se nulla fosse. E' una serie che non ha realismo e che non vuole averlo, il fascino di quest'opera sta proprio in questo, nel far viaggiare la mente dello spettatore in posti in cui la fantasia può dar via libera al suo estro più totale.
Non posso che concludere dicendo che il finale di "Galaxy Express 999" sia uno dei più belli che la storia dell'animazione giapponese abbia da offrire agli appassionati, in cui Matsumoto sprigiona tutta la sua carica emotiva e metaforica in un simbolico passaggio all'età adulta in cui il ragazzo afflitto dal dolore dell'addio, rivolge il pensiero al futuro i cui fragili trascorsi della giovinezza, nonostante il dolore e le cicatrici che lasciarono in noi, in quel momento simbolico diventano la forza che ci permette di fare un passo in avanti, di diventare noi stessi veramente, di diventare adulti, indipendenti e vogliosi di proseguire quel pericoloso viaggio in cui la morte è dietro l'angolo e la verità è l'unico vero traguardo da raggiungere, l'unico vero capolinea della vita.