logo GamerClick.it

-

Taro Nogizaka è un autore che forse potrebbe suonarvi familiare. Infatti abbiamo avuto la fortuna di apprezzarlo grazie all’ottimo Team Medical Dragon che però è rimasto interrotto dopo pochissimi volumi in Italia (grazie Planeta deAgostini...).
Non nascondo quindi d’essermi avvicinato a quest'opera con un po’ di aspettative, pur conscio che si trattasse di qualcosa di completamente differente rispetto a TMD.
Stiamo parlando infatti di una storia di tipo “mistery”, e lo è fin nel midollo se si pensa che lo stesso protagonista, Amano, è un appassionato di questo genere di letture, e nello stesso manga ci sono spesso riferimenti, espliciti o meno, alla letteratura del genere.

Tutto ruota attorno ad una torre dell’orologio, teatro di un disumano omicidio avvenuto in passato ad opera di un misterioso assassino. Alla base vi sarebbe un inestimabile tesoro nascosto nei sotterranei dell’edificio.
Il protagonista è, come detto, Amano, un ragazzo abbastanza sfigato e inconcludente che un giorno viene avvicinato da Tetsuo, un giovanotto brillante e di bell’aspetto che gli propone di collaborare al fine di recuperare il famoso tesoro della Torre Fantasma.
Da qui prenderanno ovviamente il via una serie di vicende da cardiopalma che non mancheranno di intrattenere a dovere il lettore.
Infatti ritengo questo un manga ben fatto e intrigante. A partire dal contesto storico (interessante per i moti sociopolitici sullo sfondo) che ben si lega con quel retrogusto vagamente vittoriano che l’autore dà a al tutto.
Un altro elemento pregevole è quello costituito dai personaggi: se all’inizio potranno risultare carini, ma nulla più (o qualcuno persino scontato), col tempo invece acquisteranno sempre più spessore, tanto che alla fine stupirà davvero notare come siano cresciuti.
Ultimo ma non per importanza, vi è tutto l’intreccio pregno di misteri, colpi di scena, efferati assassini, segreti, menzogne, perversioni, trappole e chi più ne ha, più ne metta.
Sotto questo aspetto soprattutto ho trovato La Torre Fantasma molto solido. Non è un’opera raffazzonata e messa assieme strada facendo, ma è evidente, giunti alla fine delle vicende, come l’autore avesse ben studiato e programmato tutto dall’inizio.

Come se non bastasse, l’opera affronta in maniera importante delle tematiche delicate riguardanti l’identità sessuale, la transessualità, i pregiudizi e il senso comune. E qui devo ammettere che mi ha stupito perché all’inizio mi ha dato semmai l’impressione si trattasse solo di un modo insolito per giocare con l’erotismo. Ad essere puntiglioso, infatti, resta il sentore di come l’autore a volte sembri indugiare (coi suoi ottimi disegni) più in chiave ecchi su questa tematica, viste le curve mozzafiato di un certo personaggio (non faccio spoiler anche se viene svelato dal primo volume); e ciò cozza con la profondità del tema trattato riguardante la sessualità, ed in parte lo banalizza, anche se questo difettuccio lo si sente più all’inizio (poi ci si abitua). O magari la cosa è voluta, visto che il lettore viene messo nei panni di Amano, spingendolo a osservare e bramare quella fisicità proprio coi suoi occhi e la sua indole allo stesso tempo vogliosa ma pudica.
Sempre volendo parlare di difetti, pur rendendomi conto di star facendo il puntiglioso, vi è forse il fatto che a volte l’autore esageri coi colpi di scena, reiterati e incessanti, tanto che potrebbero provocare assuefazione.
Mentre per quel che riguarda la storia, sarebbe risultata ancor più godibile se snellita/concentrata di un paio di volumi, soprattutto perché in alcuni frangenti si allontana di molto dalle vicende della torre, che viene praticamente messa da parte, a favore di parentesi recepite quasi come “filler” che forse potevano essere integrate meglio nel tutto, anche perché poi rivelano avere una certa utilità più avanti (vedasi il personaggio di Tesla che si scopre invece essere fondamentale).

A sostenere solidamente il tutto contribuiscono sicuramente i personaggi, che vantano psicologie molto ben fatte, per nulla stereotipate o gratuitamente malate come, invece, l’autore stesso gioca a voler far credere.
Soprattutto quella di Amano e Tetsuo risulta essere davvero un’ottima accoppiata col procedere dei volumi e, in un certo senso, un esempio vero e proprio col concludersi delle vicende, che lasciano sicuramente un senso d’appagamento misto ad un po’ di sana e immancabile nostalgia.