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E' la quinta volta che visiono "Midori, la ragazza delle camelie" di Maruo, e ogni volta è come se fosse la prima: l'entusiasmo nei confronti di tale capolavoro rimane immutato. La prima volta già mi resi conto di stare a visionare qualcosa di molto raro e ostico da comprendere o apprezzare, e realizzai che purtroppo sarebbe stato in futuro difficile trovare anime o manga affini.

Maruo è forse l'unico le cui opere rientrano pienamente nel genere hero guro. Spesso viene accostato ad autori come Junji Ito, che per quanto affini nello stile si concentrano sull'aspetto grottesco e demenziale dell'horror, tralasciando quasi sempre quello erotico. Al contrario, in opere come "Midori", si può sentire a pieno il connubio tra grottesco, nonsense e feticismo, il tutto magistralmente realizzato. Complice la sua mente malata che sembra essere stata messa a punto da madre natura proprio per realizzare opere di questo tipo.

In "Midori" non ci sono scene eccessivamente forti, splatter o sessuali che siano, eppure riesce a trasmettere un senso di angoscia esistenziale meglio di tante altre opere simili. Il tema centrale è appunto quello della sofferenza, di una sofferenza però che è insita naturalmente nell'esistenza stessa; il peso di vivere si fa sentire di continuo, mentre costantemente cerchiamo la felicità, che mai veramente sopraggiunge. Il tutto, ripeto, senza ricorrere a scene troppo forti, ed è qui che Maruo esprime la sua abilità, perché durante tutta la visione si percepisce il marciume della vita vissuto come fastidio, che attanaglia tutto il genere umano e che ci logora pian piano anche quando le cose sembrano all'apparenza andar bene.

Ottime le musiche, e anche lo stile grafico ho apprezzato molto, che penso si accosti bene al tema trattato.