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Opera di medio calibro di Hiroaki Samura, che decide di ritornare - dopo L'Immortale e La carrozza di Bloodharley - su un tema in cui l'ambientazione storica ha la meglio. Un fumetto non sperimentale, la cui trama indugia su un evento di cui si è parlato molto e si è detto di tutto e di più. La Rivoluzione russa del '17, le stragi conseguenti, l'instaurazione della dittatura dei soviet e successivamente staliniana si sentono, comunque sia, meramente in lontananza. Questo problema, se problema è, è stato d'altronde sottolineato dallo stesso Samura che nella postfazione fa il punto della storia dell'opera e del suo parere al riguardo.
Non è, probabilmente, una grande disfatta l'aver dato alla trama una cornice storica fumosa e non accuratamente descritta. Lo stile grafico dell'autore è rinomato per essere aristocratico, longilineo, perfetto per la descrizione del periodo storico in questione e dei protagonisti in questione, così come risultò perfetto per la descrizione degli eventi e delle ambientazioni di Bloodharley. Manca, tuttavia, quel pathos e quel trascinamento emotivo che mi ha reso un adepto della sua arte. Trattasi di una storia fantasiosa di ricerca del proprio passato, in una cornice nobiliare, ma circondata da comunismo reale. Non sono presenti scene crude, non sono presenti interruzioni improvvise delle vicende, che risultano abbastanza lineari, non c'è più o meno nulla del Samura più famoso. La violenza sovietica, spesso descritta a parole, si percepisce come distante - e difatti i personaggi riescono, più o meno, ad arrabattarsi di qui e di lì senza problemi troppo gravosi, incontrando personaggi sempre umani e sempre in un qualche modo redenti. Questo permette all'autore di poter parare dove vuole andare a parare.
Probabilmente un'opera perfetta per chi adora ambientazioni un po' vittoriane, inizio-novecentesche, con personaggi altezzosamente aristocratici, ma non in senso negativo. Non esiste, difatti, un vero antagonista.
A mio parere un'opera riuscita bene nel suo intento (a quanto pare aveva intenzione di creare una banale tsundere), ma non del miglior Samura.