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Da fan della serie principale, devo confessare di essere un po’ delusa dal lavoro di Fujimaki in questi due volumi. Non mi aspettavo certo una partita all’altezza di quelle già lette in KNB, ma se ero pronta ad accettare (e anche godermi) certi inciampi, altri non me li aspettavo proprio.
Ciò a cui ero preparata era una partita di fanservice allo stato puro, incredibilmente tamarra, esagerata, estrema. Più del solito. Del resto, per affrontare degli avversari tanto forti, la Generazione dei Miracoli non avrebbe potuto far altro che aumentare le già poco credibili e pirotecniche capacità. Ma andava bene così: volevo leggere qualcosa di ignorante e gasante.
Paradossalmente invece il ritmo, i capovolgimenti e i colpi di scena non sono stati come mi sarei aspettata. Sono pochi i personaggi che stupiscono con dei veri e propri power up, oserei dire solo Kise (la cui fiamma però brucerà per un tempo piuttosto breve) e Akashi (che però li otterrà con artifici un po’ forzati e poco interessanti). Nella situazione diametralmente opposta si trovano Kuroko (per la prima volta invisibile anche agli occhi del lettore), e gli altri (che si limiteranno a rispolverare qualche mossa già vista).
Altra pecca secondo me è la struttura della partita, che mi è sembrata davvero troppo veloce. Nelle altre partite viste lo schema era fisso ma funzionante: prevale la squadra dei buoni ma, appena ci si adagia pensando di avere la tecnica vincente in mano, il nemico si mostra superiore, rigettando il lettore nel panico. Questo schema è ricalcato anche qui, ma l’alternanza fra i due momenti avviene in modo molto più frenetico, e questo a mio avviso impedisce al lettore di avere il tempo di rilassarsi/agitarsi davvero, mantenendolo in un costante stato intermedio. Inoltre siamo sempre stati abituati a un pubblico “chiacchierone”, pronto a commentare ogni capovolgimento, spiegando nel dettaglio il motivo per cui una mossa funziona o non funziona. In questa partita le spiegazioni mi sono sembrate molto più ridotte in numero, rendendo quindi le già improbabili mosse ancora più inspiegabili e di conseguenza meno interessanti.
Ho sentito parecchio anche la mancanza dei coprimari: a che pro mettere in panchina personaggi amati come Takao e Hyuuga per tenerli seduti tutto il tempo? In particolare c’è stato un momento in cui la presenza di Takao in campo sarebbe stata d’obbligo (chi ha letto capirà a che passaggio della partita mi riferisco): la sua assenza ha reso quel momento, oserei dire, triste. Per non parlare dei giocatori avversari: tolti i due fenomeni della squadra, gli altri tre si e no che ci si ricorda che sono in campo. Senza contare che, secondo me, sarebbe stato parecchio interessante inserire qualche giocatore secondario a supportare i soliti magnifici 6.
Infine ho avvertito la mancanza di un epilogo: il fumetto si chiude in modo brusco, in fretta e furia. Alla fine, a meno che Fujimaki non abbia in mente altri progetti, questo fumetto costituisce l’addio definitivo di Kuroko no Basket al lettore. Un saluto un po’ più caloroso sarebbe stato dovuto.