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"Mary e il Fiore della Strega" è il primo lungometraggio animato dello Studio Ponoc, nato da un mix di animatori provenienti dal ben più noto e mitico Studio Ghibli. Uscito nell'estate 2017 in Giappone, è arrivato da noi un anno dopo, al cinema e non direttamente in home video. E' sceneggiato e diretto da Hiromasa Yonebayashi, e i fan Ghibli lo ricorderanno per aver diretto "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" e "Quando c'era Marnie". Il film è tratto dal romanzo "La piccola scopa" della scrittrice Mary Stewart, nota autrice britannica per le sue opere per ragazzi.

Durante le vacanze estive, la piccola Mary si annoia tremendamente nella nuova casa in cui si è trasferita, e, quando cerca di aiutare qualcuno, finisce col provocare solo danni. E' altrettanto stufa dei suoi capelli crespi pel di carota, per i quali non mancano le derisioni del giovane Peter, un conoscente della prozia di Mary. Un giorno decide di fare un pic-nic, e incontra due gattini, uno nero e uno grigio, che si lasciano inseguire nel cuore della foresta, dove rimane ammaliata da uno splendido fiore blu che porta a casa con sé. La curiosità della ragazza è qualsivoglia fortuita, visto che quello che ha raccolto è un fiore magico che le permetterà di salire in groppa a una "piccola scopa" e conoscere il mondo magico. Non ci saranno sventolii di bacchette magiche né chissà quali eventi sbalorditivi, Mary si ritrova in una magi-università alquanto dubbia.

Qual è il messaggio di questo film? Sinceramente non lo trovo... Forse è "Non mentire altrimenti ti si ritorce contro"? Forse "Non usare gli animali come cavie da esperimento"? Infatti, nella magi-università lo strambo Dott. Dee cerca in tutti i modi di usare la magia come alchimia per metamorfizzare gli animali. Temi come l'ambientalismo e l'animalismo sono cari al maestro Miyazaki, e non vedo perché "copiarli" di sana pianta. La trama lascia veramente a desiderare, e si svolge tutto in fretta, nell'arco di pochissimi giorni. Non si ha nemmeno il tempo di elaborare l'esistenza della magia, che subito succede l'irrimediabile. Fortunatamente un aspetto positivo c'è: le animazioni (e ci mancherebbe, visto chi c'è dietro). Ci sono bei colori, bei fondali per un film pensato per un pubblico giovane. La colonna sonora segue le vicende in modo repentino e mirato, mi è piaciuta. Quindi, un comparto tecnico validissimo che però non basta a salvare questo film. I colpi di scena finali sono abbastanza prevedibili, c'è più pathos in "Ponyo sulla scogliera", e lì i protagonisti sono bambini di cinque anni. Ero carica di aspettative, ma ho fatto male, capita.

In conclusione? E' un film che, visto una volta, non lo rivedi più... Non mi ha lasciato molto, se non il piacere di avere i poteri magici per un giorno, e volare su una scopa. Non riesco a capire dove il regista volesse andare a parare... Eppure Hiromasa Yonebayashi ha lavorato ai più grandi successi Ghibli, come disegnatore de "La città incantata", "Il castello errante di Howl"; come regista ad "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento", bellissimo, stupendo, ma sceneggiato dal maestro Miyazaki, e come regista/sceneggiatore al ben più riuscito "Quando c'era Marnie", ultimo film targato "Totoro" a cui ha lavorato. Già "Marnie" ha molto più senso e spunti su cui riflettere. Purtroppo "Mary" è una storia con un buon incipit che non è stato sviluppato del tutto, sarà colpa addirittura dell'originale romanzo da cui è tratto? Non lo so dire questo, a onor del vero. Indecisa sul voto, mi tengo bassa, e assegno un 6.5. Lo Studio Ponoc ha sicuramente del potenziale altissimo, visti i grandi animatori che lo compongono, ma devono trovare una loro identità, la strada è lunga, ma ce la possono fare. Questo film possiede troppe referenze disordinate dei lungometraggi dello Studio Ghibli, ed è tutto - o quasi - già visto e per niente originale. "Mary e il Fiore della Strega" è un film per bambini/ragazzi, quindi lo consiglio a chi ha quella fascia d'età. I più grandi, come me, non credo riusciranno a farselo piacere. Buona fortuna, Studio Ponoc!