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Sono venuta a conoscenza di questa storia tramite il qui presente film prodotto dallo Studio Ghibli nel 2014, scritto e diretto da Hiromasa Yonebayashi.
L’ho visto e amato profondamente, per poi andare a leggere, non molto tempo dopo, il romanzo da cui è stato tratto, cioè “When Marnie Was There” di Joan G. Robinson, pubblicato in Inghilterra nel lontano 1967. Ha visto una edizione italiana, da parte della Kappalab (casa editrice che porta in Italia i romanzi da cui sono stati tratti i film dello Studio Ghibli), solo dopo l’uscita del film, e quindi nel 2014.

Trama: farò un breve riassunto della trama di entrambe le opere; le differenze in realtà sono poche.
Anna è una bambina solitaria e silenziosa, rimasta orfana quando era molto piccola. Vive con i suoi genitori adottivi che un giorno decidono di mandarla a passare le vacanze estive in un paesino in riva al mare, da una coppia attempata, dove lei potrà respirare aria pulita e giocare con gli altri bambini della sua età. Infatti Anna soffre di asma, che le provoca ogni tanto qualche grave attacco, costringendola a letto. L’aria di città non l’aiuta, e quindi il dottore insisterà per far aderire i genitori adottivi a questa soluzione alternativa. Effettivamente le giornate in riva al mare e le lunghe passeggiate faranno bene alla salute fisica della bambina, ma lo stesso non si potrebbe dire per il fare amicizia: lei non riesce a socializzare e a comportarsi adeguatamente con i suoi coetanei, preferendo passare inosservata con la sua faccia ordinaria che la rende invisibile.
Tutto questo fino a quando non incontrerà Marnie, una strana bambina dai lunghi capelli biondi di circa la sua età: entrambe diventeranno amiche, ma una forza invisibile tenterà di dividerle. Infatti Marnie vive nella grande villa sulla palude, che sembra del tutto in rovina e disabitata, ma stranamente a volte prende vita, riempiendosi di feste e persone. Ben presto la situazione comincerà a prendere una spiega inaspettata, e Anna dovrà affrontare la realtà dei fatti.

Le sostanziali differenze tra le due opere sono l’epoca e il Paese in cui vengono ambientate. Nel romanzo siamo in Inghilterra, nell’estate del 1967; Anna vive a Londra e si trasferisce a Little Overton, questo piccolo paese marittimo. Nel film ci troviamo ai giorni nostri, in Giappone, la bambina abita a Sapporo, mentre il nome del villaggio non sarà specificato, indicando solo che si trova nell’Hokkaido orientale. Inoltre nel film viene detto che la vecchia coppia che ospiterà Anna per tutta l’estate sono dei parenti, mentre nel romanzo vengono definiti degli amici di famiglia.

Il lavoro dello Studio Ghibli è stato egregio; non si smentiscono mai con i soliti paesaggi e sfondi mozzafiato, le animazioni fluide e il disegno pulito, trasmettendo il profondo sentimento che il romanzo voleva donare ai suoi lettori in una forma visiva e udibile. Che importa se Anna nel film ama disegnare mentre nel romanzo a questo non viene fatto cenno? E’ un tocco in più che dona spessore a un personaggio che secondo me in una trasposizione visiva avrebbe perso molto: con i suoi disegni a colpo d’occhio possiamo capire cos’è che ama e il suo carattere. Vuole stare sola, osservare la natura e le persone da lontano, senza entrare a contatto con nessuno di loro, perché ha paura di rovinare tutto. Anna è scorbutica, antipatica e ordinaria. E’ meglio per lei stare distante, senza causare fastidi e disagi.
Nel romanzo questo sarà fin da subito chiaro, perché possiamo costantemente leggere le sue emozioni, nel film invece la passione del disegno permetterà a una “figura muta” di esprimersi.

Ci sono dei difetti da sottolineare? Non proprio. Il problema principale è l’adattamento italiano del film: le traduzioni prese fin troppo letterali dal giapponese porteranno spesso a frasi non proprio corrette o comunque di uso poco comune. Sarebbe meglio vederlo in giapponese, sottotitolato dai fan, in italiano o inglese, se ancora si trova.
Però posso dire che ho trovato pareri discordanti sul film (ma solo perché non ho discusso con nessuno del romanzo), tra chi l’ha amato come me e tra chi ne è rimasto indifferente. Questo mi ha fatto riflettere, portandomi a paragonare entrambe le opere a qualcosa di particolare, delicato e leggero come il vento: se ti accarezza in certi punti, ti strega, se no ti lascia abbastanza indifferente. Però penso che sia davvero impossibile riuscire a odiarlo, ma forse qualcuno di voi potrebbe sorprendermi, rivelandomi però i motivi che l’hanno spinto a questa conclusione.

“Quando c’era Marnie” non è solo una storia di amicizia, ma parla di come, anche una sola persona, possa fare la differenza nella vita di qualcun altro. Anna aveva bisogno di Marnie, e così viceversa. Il fato permetterà soltanto a due anime affini di reclamare il loro tempo insieme, nonostante tutto.

Concludo con qualche curiosità: il romanzo è considerato da Hayao Miyazaki uno dei cinquanta libri che hanno più influenzato il suo operato. Ora che c’è anche in italiano, non avete più scuse per non leggerlo!
Il titolo originale del romanzo doveva essere solo “Marnie”, ma, siccome stava per uscire il film omonimo di Alfred Hitchcock, l’autrice è stata costretta a cambiarlo.
Anna è altamente ispirata all’infanzia della stessa autrice.
Il paese marittimo esiste davvero ed è diventato una meta turistica per i fan del romanzo e del film.
L’idea di “Marnie” nacque quando durante l’estate l’autrice vide una bambina alla finestra, mentre qualcuno le pettinava i lunghi capelli biondi.