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Possono esistere al giorno d’oggi ancora miti e leggende che superino scienza e tecnologia e facciano aprire con stupore la bocca in un “È impossibile!”?
Questo è l’interrogativo al quale vuole rispondere questa serie, e lo fa in maniera veramente stupefacente.

In questa quinta parte, a mio parere si raggiunge il miglior Lupin di sempre, superando la profondità del personaggio raggiunta in “Verde contro Rosso” e presentando nei quattro archi narrativi quello che Lupin è per sé stesso (specialmente l’episodio 23, “A quel punto un vecchio amico disse”), quello che è per i suoi compagni (specialmente l’episodio 22, “Rispondimi, Zantetsuken”) e ciò che è per le sue compagne (specialmente l’episodio 24, “Lupin III per sempre”, e in particolare per quanto riguarda Ami e Fujiko), fornendo finalmente una risposta dettagliata e soddisfacente su quello che è il fascino e la condanna del suo mito.
Caratterizzazione dei personaggi vecchi e nuovi coerente e minuziosa, grafica “acquerellata” degli sfondi magnifica ed ending funzionale alla storia superbamente realizzata non fanno altro che confermare quello che sarebbe un voto perfetto per l’opera nella considerazione dei suoi archi narrativi.
Gli episodi autoconclusivi presenti non incidono comunque molto sul valore complessivo, in quanto alla fine piacevoli e ben realizzati, fatta eccezione per l’episodio 6, “Lupin contro la cassaforte geniale”, unica nota stonata dell’insieme, veramente non all’altezza del resto della serie.

Voto finale: 9 (e l’episodio 6 mi ha fatto togliere mezzo voto nel giudizio complessivo)