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Per fare questa recensione c'è bisogno di una premessa: sono un appassionato di anime da circa quindici anni e spesso mi sento ripetere la frase "Sei un nostalgico", poiché molte delle serie moderne non mi entusiasmano e non ne parlo spesso bene, e capirete leggendo il perché ho detto ciò.

Parto col dire che ho conosciuto la serie grazie ai videogiochi, che mi sono piaciuti molto; allorché ho deciso di dare un'occhiata all'anime, ne ho letto pareri contrastanti, molti positivi, alcuni negativi (come molte serie, soprattutto quelle così tanto popolari). Tuttavia li ho messi da parte e ho fatto partire il primo episodio, e devo dire che il primo episodio di questa serie è uno dei più belli che io abbia mai visto, assolutamente tra i miei preferiti.
Vorrei soffermarmi su quello che reputo il punto di forza più grande della serie: l'atmosfera. In questa serie, in particolare in Aincrad, hanno creato un'atmosfera tale da farmi sentire l'ansia, la paura, la tristezza, il turbamento (ne parlerò in seguito) dei personaggi. I primi episodi, in particolare il terzo, trasmettono tutto quello che è il cuore della prima saga. La seconda parte invece ha il cuore nel turbamento che coinvolge Kirito e lo spettatore nel dover salvare Asuna, nell'ansia che si prova ad avviare ogni episodio con il timore che possa non finire bene, questo anche se in genere da uno shounen ti aspetti che finisca bene.
La trama di base mi piaceva molto, la partenza è stata ottima, ci sono stati dei problemi con il proseguire della serie, tuttavia mi ha coinvolto, ho avuto la sensazione di essere coinvolto io nella serie.

Il personaggio principale Kirito non è per niente male, tuttavia trovo Asuna la colonna portante della serie: nella seconda parte perde un po' il suo lato forte, duro, e ne rivela uno più tenero, più debole, come un po' tutti, tutti abbiamo punti di forza e punti deboli, e trovo che Asuna descriva al meglio ciò in questa serie, ed è per questo che mi ci sono affezionato, fin dai primi due episodi mi ha catturato, per poi farmi innamorare a metà della prima saga su Aincrad.
La seconda parte mi è piaciuta, meno della prima, e ho molto apprezzato il rapporto tra Kirito e Yui, mi ha davvero emozionato, e ancora una volta mi ha coinvolto vedere Kirito turbato per tutta la saga, coinvolto poiché mi ero affezionato ad Asuna durante Aincrad.
Importante complimento da fare all'autore è quello di aver creato due "nemici principali" che risultano completamente diversi: il primo (Kayaba) è carismatico, di impatto e anche ispirato, a mio parere, mentre il secondo (Sugo) è marcio, egoista, egocentrico e fanatico. Seppur entrambi criminali, risaltano di una presenza completamente differente: Sugo non può altro che essere odiato, non potrà mai essere appoggiato o giustificato, è un criminale e tale resterà, dall'altra parte Kayaba risulta facilmente apprezzabile, non mi è mai venuto in mente di odiarlo, seppur ciò che ha fatto lo renda un mostro, anche più di Sugo.
Per i restanti personaggi, chi caratterizzato un po' meglio, chi un po' meno, mi sono piaciuti tutti, in particolare Liz e Klein; l'unica che non mi è piaciuta è Silica.

Due parole sul ritmo della serie: è abbastanza veloce, nel senso che non si ha la lentezza, o pacatezza, dovuta a grandi spiegazioni, che a me piacciono, tuttavia l'ho trovato un ottimo ritmo soprattutto grazie alla magnifica colonna sonora che accompagna l'altrettanto magnifico comparto visivo.
Importante è parlare della grafica: la serie è graficamente stupenda, lo studio da questo punto di vista ha fatto un capolavoro. Quando ho scoperto che la serie fosse del 2012, quasi non ci credevo: non che una serie del 2012 sia vecchia, ma, quando penso a quegli anni, io penso a "Steins;Gate" o "HunterxHunter 2011", che graficamente non sono a questo livello, o a "L'attacco dei giganti", che neppure con le serie più recenti si avvicina a tali livelli. Non credo di sbagliare se, pensando al 2012, questa serie possa essere considerata graficamente una rivoluzione.

Per concludere, voglio dire che la serie ha un nuovo fan, e vorrei ricollegarmi all'inizio della recensione in cui ho esposto un concetto che appunto mi serve per spiegare cosa mi ha fatto amare questa serie, tanto da attribuirle un voto del genere: non mi sono sentito coinvolto e immerso in una serie da tempi lontani, penso a "Cowboy Bebop" uscito tantissimo tempo fa, e con "Sword Art Online" ho sentito quello che ho sentito al tempo. Forse è vero che sono un po' nostalgico, ma questa serie mi ha strappato dai vecchi tempi e mi ha catapultato in un'era dell'animazione più moderna, senza che mai avessi potuto immaginare che, dopo quindici anni che guardo anime, avrei trovato una serie che mi sarebbe piaciuta così tanto.