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7.5/10
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Aragami: creature che hanno messo a ferro e fuoco il pianeta Terra, conducendo l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Vani sono stati i primi tentativi di neutralizzare la furia omicida di queste "creature divine", così battezzate dagli esseri umani, a causa della loro immunità nei confronti di qualsiasi arma umana esistente e dall'insaziabile bisogno di divorare qualsiasi cosa si ponga sul loro cammino. Tuttavia l'essere umano possiede la straordinaria attitudine all'adattamento, cioè la capacità di adeguarsi all'ambiente in funzione delle risorse e degli strumenti che ha a disposizione, di conseguenza gli scienziati sono riusciti quasi fin da subito a manipolare il materiale genetico degli Aragami (Cellule Oracle) per generare delle armi (God Arcs) potenti abbastanza da uccidere queste terrificanti creature. Il problema principale di questi rivoluzionari armamenti, però, è che solo alcuni individui hanno la predisposizione e soprattutto la determinazione nel loro utilizzo. Tra tali prescelti c'è proprio il protagonista, Lenka Ustugi, il quale ha il ruolo di controparte nella trasposizione animata giapponese, in quanto nella serie videoludica ufficiale il protagonista è Yuu Kannagi. Lenka è il classico carattere stereotipato il cui scopo è quello di proteggere i preziosi compagni, ma stranamente non il suo obbiettivo prioritario, poiché ciò a cui mira effettivamente Lenka è l'uccisione preventiva e definitiva di tutti gli Aragami. Il suo passato, la sua vita, la sua determinazione, il suo spirito sono stati influenzati inesorabilmente dagli Aragami, divenendo la ragione fondamentale per cui combatte. È difficile assistere impotente alla morte di tutte le persone a noi care, acquisire la consapevolezza che gradualmente chi ci circonda sta scomparendo e non possiamo fermarci, dobbiamo continuare a correre, sebbene da soli, in quanto un piccolo passo falso può segnare definitivamente la nostra esistenza. Lenka è stato testimone di tutto ciò, dunque, è proprio da qui che nasce la sua tenacia nel voler sterminare fino all'ultimo Aragami presente sulla faccia della Terra. L'alter ego del protagonista è la God Eater, così si chiamano gli sterminatori degli Aragami, Alisa, una ragazza che sfortunatamente è stata vittima di un passato simile a quello dello carattere principale, tuttavia Alisa non è riuscita a reggere la pressione psicologica di perdere le persone a lei care. In effetti la God Eater che lo spettatore ha caratterizzato come sicura di sè, sfacciata e determinata a perseguire i suoi obbiettivi, non è altro che una maschera ben costruita per celare tutte le sue debolezze e paure. Per di più questa maschera non è neanche frutto della acquisizione di consapevolezza di dover voltare pagina, ma dei costanti farmaci che il suo medico gli prescrive. Dunque Alisa risulta essere un personaggio facilmente manipolabile, la quale non appena cessa di somministrarsi farmaci, cade in una depressione e impotenza tale, da rappresentarla come il più debole e fragile tra i personaggi. Credo che la differenza tra i due personaggi stia nel fatto che Lenka sia riuscito a tutti gli effetti a prefigurarsi un ideale e a perseguirlo senza mai cadere nel rimorso o nella disperazione, aspetto che Alisa non ancora è riuscita ad elaborare totalmente e, soprattutto, non è ancora riuscita a superare tutto quello che subito nel suo atroce passato.

Dal comparto grafico mi sarei aspettato molto di più, essendo abituato a grande professionalità dallo Studio Ufotable: per i combattimenti naturalmente c'è davvero poco da dire, però, per quanto riguarda il character design, siamo su livelli piuttosto bassi... neanche le ambientazioni possono ribaltare in qualche maniera la situazione, dato che oltre a incessanti lande desolate e un mondo andato completamente in frantumi, c'è poco che possa attirare l'attenzione dello spettatore. Nessun commento particolare sulle OST, nella norma, stesso discorso per quanto concerne il doppiaggio.

Nel complesso "God Eater" è un prodotto ben riuscito che, però, ha bisogno necessariamente di una seconda stagione per affermarsi completamente; molti aspetti della trama non sono stati approfonditi a dovere e non tutti i personaggi principali hanno ricevuto una degna caratterizzazione sia a livello narrativo che psicologico. L'aneddoto nel finale ha lasciato alcuni spunti sui quale riflettere in maniera decisa e preventiva, in quanto l'essere umano ha dimostrato per l'ennesima volta che, quando si trova con le spalle al muro, è costretto a compiere delle scelte etico-morali abbastanza complesse e dolorose... dunque vi lascio con questo interrogativo: "È più giusto provare a salvare tutti fino all'ultimo" oppure "Sacrificare la maggioranza per garantire la sopravvivenza di pochi"? A voi la risposta...
Il mio voto finale è 7,5!