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8.0/10
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Durante il corso della nostra esistenza è impossibile piacere o interessare allo stesso modo a tutti gli individui con cui entriamo in contatto e ci relazioniamo. Di conseguenza diviene molto difficile gestire quelle emozioni che ci pervadono quando la persona dalla quale bramiamo attenzioni e reciprocità è pressappoco irraggiungibile. Tale condizione è ancora più complessa da analizzare, se si fa riferimento a degli adolescenti che frequentano le superiori e che sono ancora alla ricerca della propria identità e di ciò a cui mirano nella vita.

I due protagonisti, Mugi e Hanabi, sono entrambi soggiogati da questo impetuoso vincolo, il quale li ha costretti ad alleviare uno le pene dell'altro. Tuttavia il problema è che non si può colmare il proprio vuoto interiore con un semplice "sostituto" di ciò che all'apparenza ci fa star bene o essere felici. Quel profondo vuoto verrà sicuramente colmato in qualche maniera, ma mai del tutto, mai nel senso letterale del termine, in quanto il nostro benessere non può dipendere da qualcosa che non è reale; si tratta di un meccanismo di difesa che viene messo in atto per evitare di pensare a chi desideriamo veramente e soprattutto per giustificare gli atteggiamenti e i comportamenti che non riusciamo proprio a spiegarci.

I monologhi interiori hanno permesso di comprendere appieno gli stati d'animo dei protagonisti, di come Hanabi rappresenti in maniera perfetta la figura dell'adolescente, attraverso i suoi repentini cambiamenti di umore e la sua profonda maturazione a livello psicologico, la quale le ha permesso di sviluppare nuove prospettive di sé stessa e degli altri. Hanabi ha compreso che le persone che la circondano non sono oggetti che possono mitigare la sua solitudine e il suo malessere, l'egoismo e lo sfruttamento dell'altro non sono gli strumenti adatti a renderti felice e a riempire adeguatamente quel vuoto interiore di cui abbiamo discusso in precedenza. Probabilmente la protagonista è l'unica a non esserne uscita con le ossa rotte da questa spirale intensa e complessa di relazioni tra i vari personaggi che si intersecano in maniera impeccabile fra loro. D'altra parte, viene descritta una figura più classica e immatura di adolescente, Mugi, un ragazzo piatto e statico, il cui unico obbiettivo è quello di entrare nelle grazie della libertina professoressa Akane. Sebbene abbia frequentato diverse ragazze, non è riuscito in alcun modo a dimenticare la sua amata insegnante, la quale è riuscita ad accecarlo e illuderlo a tal punto, che il ragazzo non ha colto neanche minimamente il suo graduale cambiamento, preferendo il suo lato lussurioso piuttosto che quello rinnovato.

Il comparto grafico ha permesso l'esaltazione dello spazio labirintico che l'autore ha costruito intorno ai personaggi principali, in effetti poche volte lo spettatore ha assistito a dei dialoghi con caratteri secondari se non terziari della serie; è come se gran parte delle vicende fosse racchiusa nel mondo interiore dei personaggi, dove è possibile non solo cogliere i pensieri e i dubbi che li affliggono, ma soprattutto comprendere le motivazioni per le quali prendono proprio quelle specifiche decisioni piuttosto che altre.
Anche i doppiatori sono stai bravi nell'immedesimarsi nei loro rispettivi personaggi e nel trasmettere tutta quella negatività e solitudine che caratterizzano alcuni personaggi della serie. In generale, la grafica non mi è dispiaciuta, sicuramente non un capolavoro da ricordare, ma interessante in alcune delle sue caratteristiche (mi è piaciuta la configurazione originale e dettagliata degli occhi); le OST rappresentano in maniera adeguata il ritmo pacato e riflessivo dell'anime.

Tutto sommato, "Kuzu no Honkai" è un prodotto da seguire, se si è alla ricerca di qualcosa di interessante da guardare e con delle belle tematiche su cui riflettere. Probabilmente alcune delle scelte fatte dei personaggi possono sembrare poco credibili nella realtà e prive di alcuna logica; su questo aspetto non posso far altro che essere d'accordo, ma vi assicuro che non sempre i problemi che ci affliggono possono essere risolti attraverso delle decisioni le quali possono sembrarci comuni e giuste, soprattutto poi se si tratta di cambiare degli individui che difficilmente si fanno raggirare da belle parole e dalle solite frasi fatte. Dunque, alle volte, anche delle scelte all'apparenza prive di senso possono consentirci di cambiare le persone e soprattutto supportarle ad acquisire una nuova visione di loro stesse e di chi li circonda. Narumi, in qualche maniera, è riuscito a fare proprio questo, pertanto non riesco proprio a considerarlo come un personaggio banale e piatto. Solo l'essere riuscito a far riflettere un altro individuo sulla propria condizione è un traguardo molto importante e da non sottovalutare. Come dico sempre, cambiare chi ci circonda non è facile, e quindi chi riesce a farlo ha tutta la mia stima e il mio rispetto.
Il mio voto finale è 8.