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4.0/10
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Shin Wolford, la Promessa dell'Impero, il Nipote dell'Eroe e della Guru, il ragazzo prodigio dal potenziale magico assurdo e in grado di creare degli incantesimi mai formulati prima da nessun mago.
Onestamente è davvero raro constatare quanta importanza sia stata attribuita al protagonista della serie, un'importanza tale da rendere non solo i combattimenti a senso unico e noiosi, ma di eclissare qualsiasi altro tipo di personaggio! Non esiste una concettualizzazione narrativa e psicologica di nessun carattere, è come se a ognuno di esso fossero stati assegnati i classici e tipici tratti di personalità stereotipati di fabbrica, senza poi approfondirli ulteriormente e aprire a possibili evoluzioni o cambiamenti.

Anche la trama segue il copione piatto e statico dei personaggi: un individuo ordinario muore a causa di un incidente stradale e rinasce all'interno di un mondo parallelo dove si trova ad affrontare un potente nemico che minaccia la salvaguardia di un impero o del mondo intero (classico degli isekai). La narrazione non deve far solo i conti con una scarsa originalità, ma incontra delle grandi complicazioni anche nella esternalizzazione delle vicende, cioè il ritmo narrativo non è sempre scorrevole e di conseguenza alcuni scenari banali hanno gradualmente offuscato e sostituito la storyline principale. Episodi su episodi dedicati agli allenamenti o a futili cerimonie, si è arrivati a fine stagione con lo spettatore che deve ancora comprendere quello che l'autore e la trama abbiano voluto trasmettere.

Il comparto grafico mi è sembrato poco incisivo nel complesso: le fisionomie dei personaggi sono troppo asciutte e scarsamente dettagliate, i combattimenti praticamente inesistenti; l'unica cosa che ho apprezzato è l'ottimo utilizzo della CGI per i cerchi e i poteri magici durante gli esigui scontri tra maghi. Le OST non mi sono piaciute per niente, soprattutto l'opening, infantile e banale come tutto il resto; doppiaggio nella norma.

Dovendo tirare le somme su "Kenja no Mago", siamo davvero arrivati a livelli più infimi del genere isekai. Una trama quasi del tutto inesistente e in quei brevi tratti piatta, dei personaggi che sono stati sfiorati solo superficialmente nella loro caratterizzazione per lasciare libero sfogo a un egocentrismo senza misura della figura del protagonista. Personalmente non ho mai avuto la percezione che i demoni potessero in qualche maniera impensierire le forze del bene: giustamente, quando devi affrontare dei potenti demoni, invece di inviare i maghi più forti dell'impero, facciamo combattere un branco di ragazzini che hanno appena iniziato a frequentare l'accademia magica, per rendere il tutto più avvincente e soprattutto più credibile.
La ciliegina sulla torta è servita con lo scandalo del "riciclaggio grafico" delle abitazioni e della intera topografia della città di Earlshide, riprese clamorosamente da un altro prodotto dell'animazione giapponese "Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!". Addirittura l'abitazione in questione è stata presentata in tre situazioni differenti (primo e nono episodio), la cui unica differenza è riscontrabile nella differente colorazione del tetto, persino l'ambiente circostante è rimasto invariato.
L'unico aspetto originale che sono riuscito a cogliere riguarda le relazioni amorose: almeno l'autore è andato dritto al punto, senza voler prolungare la questione e negare eccessivamente l'evidenza. Credo di non aver mai visto all'interno di una serie anime la presenza di così tante coppiette fidanzate. Si potrebbe partire da un elemento simile, ad esempio, per creare qualcosa di genuino e originale, evitando di sfociare sempre nella solita solfa.
Per il resto, sconsiglio vivamente la visione dell'anime, non ha senso guardarlo quando poi ci sono decine e decine di opere dello stesso target che riescono a trasmettere quel poco di phatos e suspense in più, da rendere perlomeno la serie leggermente più godibile e interessante.
Il mio voto finale è 4.