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Quanto potrebbe essere imbarazzante vestire i panni della figlia di un famoso scrittore di romanzi erotici? Credo che la risposta sia piuttosto ovvia, e non voglio neanche provare a immaginare come possa sentirsi la nostra protagonista, Ao-chan, la quale è costretta a dover fare i conti con questa controversa condizione. Ed è proprio da questo piccolo dettaglio che Ao ha sviluppato un profondo odio per il genere maschile, in particolare per le intenzioni e gli istinti perversi che i ragazzi manifestano teoricamente nei confronti delle ragazze.

Bisogna partire, però, dal presupposto che ci troviamo di fronte a una tremenda contraddizione, in quanto è Ao stessa a mostrare chiaramente queste intenzioni perverse e sconce nei confronti del ragazzo che le interessa, Takumi. Naturalmente ciò è dovuto agli insegnamenti e all'influenza della figura paterna, la quale, pur essendo continuamente rifiutata e respinta da parte della ragazza, ha segnato profondamente la sua psiche, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui in Ao, seppur in maniera apparentemente inconscia, emerga il lato perverso della sua personalità. Ogni volta che si trova a relazionarsi con Takumi, è come se in cuor suo aspettasse che il ragazzo si decidesse a fare dei passi in avanti per poter avanzare nel rapporto, ma questo non avviene mai. In effetti lo spettatore ha assistito molto spesso agli scongiuri divertenti e talvolta comici di Ao, soprattutto quando Takumi nei momenti più importanti, invece di andare al sodo, trova mille giustificazioni e pretesti per ovviare al discorso. Il problema, però, è che il ragazzo non lo fa apposta perché timido o riservato, semplicemente non gli è passato neanche per l'anticamera del cervello che in qualche maniera potesse piacere ad Ao. Inizialmente si è trattato di un buon espediente per allungare il corso delle vicende, tuttavia a lungo andare ha cominciato a stancare, in quanto i due protagonisti si sono trovati in situazioni così esplicite ed evidenti, che francamente è diventato impossibile non pensare che fossero innamorati l'uno dell'altro. Purtroppo, chissà per quale strano motivo, Takumi non ci ha capito una mazza fin dall'inizio e per tutto il corso della sua relazione con Ao. Una menzione d'onore va sicuramente fatta al padre della protagonista, Kasaki, il quale mi ha fatto morire dalle risate con le sue massime sulla sessualità, le gag e le scene divertenti in cui è stato quasi sempre implicato, e soprattutto ha tutta la mia vicinanza per quante legnate abbia preso dalla figlia. Tralasciando il lato comico, Kasaki ha anche dimostrato di essere un padre a tutti gli effetti e di conoscere gli atteggiamenti e i comportamenti della propria figlia alla perfezione!

Fortunatamente le vicende sono state articolate in dodici episodi da all'incirca dieci minuti l'uno (escludendo la durata della opening e dell'ending), onestamente non avrei retto l'ingenuità assurda di Takumi per un secondo di più. Il comparto grafico si è dimostrato all'altezza delle aspettative e non mi sarei aspettato una tale cura e dettaglio per un paio di episodi brevi.

Che dire, il divertimento non è affatto mancato in "Midara na Ao-chan wa Benkyō ga Dekinai", con molte situazioni divertenti ed esilaranti, di sicuro avrei voluto vedere qualcosina in più a livello narrativo. Dei personaggi mi sembra superfluo parlare, essendo la serie già breve di per sé, pretendere degli approfondimenti precisi e dettagliati avrebbe irrimediabilmente rovinato l'atmosfera leggera creatasi attorno alle vicende. Penso che sia un anime da vedere per farsi due belle risate e vedere allo stesso tempo qualcosa di leggero!
Il mio voto è 6,5.