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7.0/10
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"Nana" è un anime del 2006 furbescamente ruffiano. Infatti fa intendere che possa trattare seriamente di musica e di amore, con personaggi ben caratterizzati (e infatti lo sono), ma invero, per la maggior parte di loro, insulsi come persone.

Infatti gli autori hanno pensato bene di dare alla parte iniziale quel classico tocco giapponese tipico del genere. Quindi si parte con i classici ritmi lenti, conditi da ottimi dialoghi tra le due Nana, Nana Komatsu e Nana Osaki, coetanee in cerca di una nuova vita a Tokyo, piena di speranze e sogni da realizzare.
Lo spettatore si gusta ovviamente la parte iniziale e ha ben ragione di farlo, il problema è che la scena del treno finisce fin da subito in un pessimo loop di fuorvianti flashback, colpevoli di paralizzare la trama fin dal secondo episodio, per poi uscirne (per fortuna) dall'episodio 7. Ovviamente, con una regia saggia, le situazioni personali sarebbero state gestite con i tempi corretti, procedendo cronologicamente senza problemi, dal momento che l'anime conta ben quarantasette episodi, di cui tre inutili riassuntivi.

Ma veniamo ora al vero problema di quest'anime, ossia i personaggi!
In un anime di questo genere è praticamente la parte fondamentale, che guai se viene trascurata. In questo caso infatti non viene trascurata, ma ostentata! Tramite personaggi dai difetti più disparati quali egoismo, egocentrismo, immaturità voluta e fatta scambiare per ingenuità e doppiogiochismo sessuale, fatto passare per debolezza.
Senza voler spoilerare nulla sui singoli personaggi, è sufficiente menzionare i nomi di quelli che mostrano una ampio campionario di comportamenti e atteggiamenti banali e poveri di valori, personaggi che sembrano essere felici di essere così. Non esiste per loro un'autocritica né coscienza che li faccia sembrare ragazzi seri, maturi, di spessore e, di conseguenza, da seguire con interesse, affetto e passione durante la serie. Anzi, si finisce per detestarli a partire proprio dalla protagonista, "debole e innocente".
Si tratta di: Nana Komatsu (chi se l'aspettava? Ne riparlo meglio più avanti), Takumi, Ren, Layla, Shin.
Mentre i personaggi validi ma non determinanti sono: Naoki Fujieda, il batterista dei Trapnest, ma anche l'unico di quel gruppo che moralmente ed eticamente si salva; Shoji, il quale ha una certa rilevanza solo nella prima parte delle anime, ma che a causa del suo comportamento poco serio ovviamente viene dimenticato, per poi ritornare sempre come personaggio secondario; Junko Saotome, grandissima amica di Nana Komatsu, sempre pronta come una sorella a dare consigli e rimproveri, appena Hachiko piagnucola.
Ecco invece i tre veri protagonisti positivi, il cuore dei Blast nel vero senso della parola: si tratta ovviamente di Nana Osaki, e soprattutto il migliore di tutti, ossia Yasu (Yasushi nome esteso), e Nobuo.

La cosa assurda e curiosa è come gli autori abbiano voluto dare l'impressione che il look aggressivo di Nana Osaki da cantante dark rock fatale potesse facilmente essere associato anche al suo carattere, quando invece delle due Nana Osaki è quella seria, dolce, fragile, sofferta, ma forte perché la vita l'ha forgiata in quel modo, e quindi, nei fatti, risulta davvero una ragazza adorabile e legata a sentimenti solidi e puri.
Yasu è il personaggio migliore in assoluto di quest'anime. Ragazzone anche lui che, mascherato dal suo look da gran duro, in realtà si rivela una splendida persona, sempre pronto ad aiutare gli amici, serio a tal punto da non rinunciare al suo lavoro per non puntare solo sui Blast. Yasu è il vero capo, uno rispettato da tutti e di cui ci si può sempre fidare, che non tradirebbe nemmeno gli amici nemmeno se innamorato. Inoltre Yasu non si atteggia a duro, perché lui sì che è un vero duro nei fatti, ed estremamente maturo.
Nobuo è praticamente la versione maschile di Nana Komatsu, ragazzo di gran cuore puro, lui per davvero soffre e si prende cocenti delusioni, ma senza mai pretendere di essere consolato.

Nella parte centrale assistiamo alla rivelazione definitiva sulla vera indole di Nana Komatsu: non che all'inizio fosse pudica e seria, ma almeno comprendeva che essere facile e frivola non portava alla felicità reale fuori dal letto, e almeno provava un certo disagio. Peccato poi che, tra un'amica che le voleva bene più che a una sorella e un ricco egoista finto responsabile solo grazie al suo denaro, un individuo capace solo di preoccuparsi delle apparenze e della sua carriera, Nana Komatsu sceglie la comodità al posto dei veri sentimenti, lo fa anche se quella scelta la fa soffrire. No, lei non lotta per i sentimenti, non lotta per nulla e si fa travolgere solo dagli interessi, magari piagnucolando e tornando da Nana Osaki sempre più di rado, rigorosamente in caso di bisogno, il solo suo di bisogno, proprio come il fedele Hachiko, appunto.

Ovviamente anche Takumi, Ren, Layla, Shin seguono tutti lo stesso squallido modo di agire e pensare: tutti personaggi a prima vista carini e seri, per poi rivelarsi estremamente negativi, fatta eccezione per Ren, ma nel suo caso più per codardia e immaturità, che per una forte convinzione opposta al suo gruppo.

Nel finale si assiste alla degenerazione peggiore dei soliti ormai noti, con scelte sessuali legate decisamente a mancanze, noia, solitudine, piuttosto che per amore o anche per un semplice affetto da letto, ma almeno solido.

Altra nota negativa è come viene usata la musica in tutto l'anime, sempre come un pretesto per cercare di portare avanti una trama profonda, alla quale però non viene dato abbastanza il giusto spazio richiesto. Si ha la sensazione che gli autori volessero sfruttare la storia delle band quasi come un contorno, invece che la parte principale su cui tutto doveva ruotare, senza ovviamente monopolizzare la sfera sentimentale, ma nemmeno finire al margine.

Dal punto di vista tecnico "Nana" è diviso da una linea netta. Se, da una parte, troviamo personaggi dal character design dei visi e dei riflessi dei capelli e oggetti vari ben realizzati, sul fronte fondali assistiamo a un vero e proprio lavoro mal realizzato per il 2006, con un po' di problemi. Per esempio, l'acqua, essendo realizzata in 3D-prerenderizzato (quello della PS1), la scelta non poteva essere più sbagliata. L'occhio viene punito ad ogni modo in qualsiasi altro contesto, che si tratti di profondità a campo largo mal realizzato o di semplici fondali di contorno sfocati. I colori invece sono ben utilizzati e riescono a sopperire alle carenze dei fondali. Il sonoro vanta le sigle cantate rock di buona fattura e delle OST che fanno perfettamente il loro dovere, mentre il doppiaggio italiano è perfetto.

Concludo rammaricato che, con il potenziale di cui disponeva "Nana" e l'alto numero di episodi, si poteva realizzare davvero un capolavoro, ma con soli tre personaggi realmente seri, poco spazio ai sogni della loro musica e con questo finale, l'anime perde tantissimo.