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1.0/10
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La storia di "Beastars" perde fin troppo presto il filo conduttore originale che ha così tanto contribuito al suo iniziale successo.

Una narrazione in origine caratterizzata da molte tinte grigie e una premessa coraggiosa altresì volta a dissezionare il melting pot della società moderna e le fisiologiche difficoltà che ne derivano, sapientemente mascherando con furries crudi e adulti, drammi e speranze della quotidianità così facilmente immedesimabile dai lettori, con rapidità si trasforma in un vero e proprio cane intento a mordersi la coda, girando a vuoto ed abbandonando storia e personaggi così ben inizialmente caratterizzati nel più putrido ristagno immaginabile.

Privo di crescita, privo di senso, fin troppo privo di gusto, nell'avvicendarsi dei capitoli baratta stupidamente l’ottima premessa iniziale per banalità idiote ed ambientazioni vomitevoli in cui scientemente rigurgita i tanti personaggi creati e richiamati, protagonista, deuteragonista, antagonisti, aiutanti, secondari e di cornice, nella vana ricerca di un eccessivo distacco dall'apparente banalità del furry disneyano, pacioccone, amichevole, di percepita infima complessità, andando tuttavia a decadere alternativamente nella noia totale o in scene raccapriccianti di coprofilia, violenza sanguinaria, depravazioni, masochismo ed eccessive allusioni sessuali, complessivamente prive di alcun utile contributo nella crescita dei personaggi ovvero nello sviluppo della storia.

La continua e prepotente ricerca nei successivi capitoli di questo infrangere moralità e precetti assodati nella produzione di una storia, nel vano tentativo di apparire sempre “diversi”, non riesce tuttavia a garantire l’unicità dell’opera, facilmente determinatasi nei primi volumi e ben presto abbandonata, finendo per somigliare fin troppo nei momenti peggiori a qualche lurida fan-fic furry amatoriale del dark web e nei pochi passaggi migliori di questo blocco di idee, nel più sterile scambio di battute in episodi settimanali autoconclusivi di una noiosa rom-com priva di crescita, priva di sviluppo.

Abbandonate le interessanti premesse iniziali, cosa resta?

Una storia oramai noiosa che non progredisce; azioni prive di logica; personaggi che girano a vuoto nei soliti luoghi, compiendo azioni già viste; scene vomitevoli che non contribuiscono ad alcun sviluppo. Le ambientazioni stesse iniziano a venire private di razionalità. Il mondo e la società come sono stati fino ad oggi costruiti ed immaginati si espandono senza logica, forzatamente infiltrando diversità evolutive ed in conclusione richiamando alla stessa, banale, “magia Disney” degli animali parlanti cotanto avversata; i personaggi si mischiano nei soliti luoghi ed il lettore viene inondato da rigurgiti di nuove informazioni, dati e fatti mai prima di allora trattati, dispensati arbitrariamente da protagonisti, antagonisti e personaggi secondari, imposti per verità e dogma, vanamente cercando di arricchire una storia oramai sterile, un mondo oramai noioso. Tutto questo, causato dall'inutile e oramai perversa ricerca di apparire differenti. Nel vano tentativo di cercare qualcosa di più, si perde l’unicità originale della storia e dei personaggi, cadendo nel vuoto della noia e nel baratro del disgusto. Un’ottima premessa, uno sviluppo disgustoso, una prosecuzione noiosa.

Letto il primo arco narrativo, per non farsi lasciare un amaro gusto in bocca, è da abbandonare.