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7.0/10
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Parola d’ordine: leggerezza. È proprio la leggerezza a fare da padrona in "Hinako Note", uno dei tanti anime slice of life dai tratti moe usciti ultimamente. Di conseguenza già posso dare un consiglio riguardo la visione: se siete alla ricerca di un anime complesso, con una trama intricata e dei personaggi dalla psicologia profonda, "Hinako Note" non fa per voi.

Come ogni iyashikei che si rispetti, la trama non è il suo punto di forza e la premessa che dà il via alla storia è abbastanza semplice: Hinako, ragazza molto timida nata in un piccolo paese di campagna, si trasferisce a Tokyo per iscriversi al club di teatro di un prestigioso liceo, in modo da migliorare questo aspetto negativo del suo carattere che, nelle situazioni di maggiore difficoltà, la porta ad assumere la bizzarra postura di uno spaventapasseri. In breve, però, si scoprirà che il club è stato momentaneamente chiuso per assenza della professoressa responsabile, il che porterà Hinako e le sue nuove strampalate amiche a fondare la compagnia teatrale Hitotose.
Da questo punto in poi la tematica del teatro verrà messa sullo sfondo, per poi essere ripresa successivamente in alcune sporadiche occasioni (nello specifico, a metà serie e negli episodi 10 e 11). Per il resto, "Hinako Note" non si discosta dai tipici schemi di un anime slice of life, tanto che non mancano alcuni episodi tipici di questo genere: abbiamo l’episodio al mare, l’episodio del festival culturale, e per finire anche l’episodio conclusivo esclusivamente fanservice. Dunque la recitazione serve solo da pretesto per riunire le quattro protagoniste (in seguito cinque) e farle interagire fra loro. Il vero fulcro di queste dodici puntate è infatti il rapporto di amicizia che lega Hinako alle sue compagne, rapporto che ben si delinea nel corso della storia grazie ai teneri – e spesso divertenti - momenti di vita quotidiana che ci vengono mostrati. La classica atmosfera rilassante da anime moe in questo senso riesce perfettamente nel suo intento: grazie alla sua semplicità, alle ambientazioni visivamente piacevoli e a due sigle piuttosto simpatiche, le puntate offrono allo spettatore un valido passatempo; positivo anche l’utilizzo del fanservice (a tratti yuri), mai presente in quantità eccessive e che soprattutto non spezza mai il ritmo degli episodi.

A caratterizzare inoltre la trama sono una serie di elementi assurdi, o meglio surreali, che ultimamente sembrano aver preso piede negli slice of life più comici. In questo caso il più evidente è proprio la posizione da spaventapasseri di Hinako, che la rende così tesa da permetterle di chiamare a sé una moltitudine di animali, alcuni dei quali sapranno anche rendersi utili, come un uccellino che suggerirà le battute che la protagonista si dimentica o un cervo, spacciato per renna durante una recita natalizia. È sì una caratteristica assurda, a tratti persino snervante (abbiamo capito che Hinako è timida e si blocca, basta interrompere di continuo quelle poche azioni che vengono svolte!), ma tutto sommato la situazioni che scatena sono divertenti e non di rado strappano anche un sorriso.

Vi sono però anche una serie di lati negativi, per non dire delle vere e proprie incongruenze, abbastanza evidenti se si presta attenzione ma che, per fortuna, non vanno a intaccare la qualità complessiva della storia. Innanzitutto, abbiamo la pietra dello scandalo, ovvero Ruriko, la professoressa responsabile del club di teatro: poiché sentiva di dover migliorare la sua recitazione, ha abbandonato i suoi studenti e ha iniziato (alla veneranda età di nove anni) a viaggiare per il mondo, provocando così il momentaneo scioglimento del club e la successiva formazione della compagnia Hitotose. Peccato che questo fatto non causi il benché minimo problema, dal momento che l’insegnante torna non appena ci viene rivelato che è partita, rendendo vano tutto ciò che è stato fatto in precedenza: il club viene riformato nel giro di un nanosecondo e la compagnia Hitotose, formata da sole cinque persone, servirà solo a non dover disegnare ogni volta gli altri membri del club di teatro, che non sono mica pochi. Per il resto le incongruenze sono sostanzialmente dei dettagli: nell’episodio del ritiro a scuola, ad esempio, Hinako afferma di dover necessariamente dormire con una maschera sugli occhi perché altrimenti non riesce a prendere sonno, ma di scene in cui lei dorme ce ne sono state parecchie prima di questo istante e di questa fantomatica maschera neanche l’ombra. Ma, come già detto, è una minuzia e si può soprassedere.

In definitiva, Hinako Note si merita un 7 pieno. Non è innovativo, ma per gli amanti del genere merita sicuramente la visione.