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7.0/10
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L’universo “En'en no Shouboutai” è caratterizzato da un futuro post-apocalittico all’interno del quale l’umanità deve fronteggiare i crescenti casi di combustione umana spontanea attraverso cui gli individui si trasformano in veri e propri esseri infernali chiamati Incendiati (traduzione Yamato). Sia per affrontare la minaccia che per comprenderne la natura, l’Impero di Tokyo decide di istituire un’organizzazione che ha il compito specifico di occuparsi di questo fenomeno e di proteggere i cittadini: la Fire Force. Essa è strutturata in otto brigate, ognuna della quale è schierata secondo specifici criteri politici o religiosi, svolgendo in autonomia il proprio lavoro. Il protagonista Shinra Kusakabe, fa parte dell’Ottava Brigata la quale probabilmente ricopre il ruolo più importante, ovvero quello di controllare l’operato delle restanti sette. L’obbiettivo di Shinra è il classico visto e rivisto, sentito e risentito, cioè salvare l’umanità dalla minaccia delle combustioni spontanee (in sostanza diventare un eroe) e soprattutto scoprire cosa si cela dietro la morte della madre e del fratello minore avvenuta dodici anni prima.

Uno degli elementi positivi della serie è il neo sistema religioso sviluppatosi nell’Impero, il culto del Divino Sol: cristianesimo, ebraismo, islamismo e buddhismo, tutte le principali religioni monoteiste della nostra epoca sono state spazzate via in seguito alla “Grande Catastrofe” (traduzione Yamato) la quale ha fatto sprofondare l’umanità nell’oblio totale. Nel mondo oramai avvolto dall’oscurità, un uomo, conosciuto poi con il nome di Raffles I, si circondò di discepoli e andò alla ricerca della fiamma incontaminata (Adolla Burst) per restituire agli esseri umani una speranza di salvezza. Ritengo che l’autore sia riuscito a utilizzare la Chiesa del Divino Sol in maniera perfetta, creando anche dei parallelismi storico-culturali con la nostra epoca, come ad esempio i fanatici religiosi che compiono azioni indicibili, crudeli nel nome della divinità Sol per fini utopici o privi di senso e l’apparente collaborazione tra la Chiesa e l’Impero (Industrie Hajima) per la protezione dei cittadini di Tokyo.

Solitamente non è mia abitudine scrivere tantissime informazioni sulla trama o la storia in generale, tuttavia in questo caso, trattandosi di una narrazione piuttosto complessa dal punto di vista storico, ho deciso di fare un’eccezione. La questione viene sottolineata anche dal fatto che non sempre all’interno degli episodi vengono mostrati dei chiari approfondimenti; in effetti, solo a partire dalla seconda parte della serie, sono stati inseriti all’inizio di ogni episodio, dei brevi flashback che spiegano come Raffles I sia riuscito a ergere l’Impero di Tokyo attraverso la creazione della perpetua centrale termica Amaterasu, la quale ancora oggi alimenta da sola l’intera città.

I personaggi non sono all’altezza della narrazione, la maggior parte mi sono sembrati piuttosto stereotipati e scontati, mi hanno colpito solo alcune caratteristiche dei singoli: il sorriso nervoso di Shinra è troppo bizzaro, vedere un personaggio con quel sorriso nelle situazioni più disperate o al contrario toccanti, lo rendono agli occhi di chi lo circonda come pericoloso e inquietante. Immaginatevi un individuo che sorride alla morte di una persona oppure quando si trova ad affrontare una situazione molto complicato, il sorriso non è la prima reazione che solitamente avrebbe un essere umano in queste situazioni; sebbene Arthur mi vada poco a genio e credo sia una delle peggiori reinterpretazioni di Artù all'interno di un anime, devo ammettere che è davvero troppo divertente, mi ha strappato molto risate anche quando si è immersi in contesti seriosi o che prevedono dei combattimenti.

A proposito di combattimenti, anche in questo caso ci sono sia pregi che difetti: nelle parti iniziali gli scontri mi sono piaciuti tantissimo, sempre avvincenti e sul pezzo, nonostante qualche leggero calo a livello grafico; tuttavia nei momenti decisivi sono venuti proprio a scemare, sto parlando principalmente della seconda parte, magari viene presentato un villain molto forte e potente che poi finisce per essere miseramente sconfitto a sprangate da Tamaki e Iris, le quali per l’amor di Dio, non le ricordiamo per le loro doti eccelse in combattimento.
Sfrutto il tema dei combattimenti per collegarmi anche al comparto grafico: nulla da dire sulle fisionomie dei personaggi, ma non è possibile che ogni diavolo di volta che un qualsiasi individuo venisse ripreso da una prospettiva leggermente più distante dal primo piano, occhi, naso, bocca non vengano neanche minimamente riprodotte. Onestamente risulta anche fastidioso dato che lo spettatore dovrebbe ascoltare dei dialoghi guardando dei volti vuoti senza caratteristiche facciali. Per il resto ho preferito le OST della seconda parte, più inerenti alle tematiche dell’anime, il doppiaggio mi è piaciuto.

In sostanza il mio stato dopo aver scritto questa recensione è di totale confusione, in quanto quasi tutti gli aspetti analizzati, ad eccezione della narrazione, hanno dei pregi e allo stesso tempo dei difetti così importanti che si annullano a vicenda. Un ultimo appunto negativo che sono costretto a fare, riguarda la logicità dei power-up e dei combattimenti visti durante gli ultimi episodi, si è passati improvvisamente dal controllo (seconda generazione) e creazione col proprio corpo o altri oggetti (terza generazione) delle fiamme da parte della maggior parte dei personaggi, a universi paralleli, velocità della luce, velocità superluminale, disintegrazione molecolare, viaggi nel tempo, congelamento del tempo. È stata già annunciata una seconda stagione, dunque adesso sono proprio curioso di sapere se ci saranno degli approfondimenti specifici sulle differenti questioni e soprattutto mi domando: come potranno essere concepiti i combattimenti se siamo arrivati a tali livelli già nella prima stagione? Vi lascio con questo interrogativo...
Il mio voto finale è 7!