logo GamerClick.it

-

Mi chiedo se vi sia mai capitato di entrare in contatto con una persona, un anime, una serie, un film del quale difficilmente critichereste qualcosa o che vi colpisca così tanto da cambiare completamente la vostra visione delle cose.

Il mio personale approccio a "Classroom of The Elite" è stato letteralmente devastante, mi sono subito innamorato di qualsiasi cosa questa serie ritraesse, a partire dal protagonista, Kiyotaka Ayanokoji: un liceale lontano da qualsiasi schema conosciuto, atipico, indifferente a qualsiasi azione umana non desti il suo interesse. Possiede un controllo sugli stati emotivi fuori dal comune, può toccare tette, essere colto alla sprovvista, essere aggredito, offeso, umiliato, emarginato, tuttavia la sua unica e sola reazione è quello sguardo agghiacciante che non trasuda il minimo cambiamento nel suo arousal sia fisiologico che psicologico. L'autore ha avuto l'idea geniale di creare un personaggio piatto, statico, che osserva da lontano come tutti gli altri subiscano delle evoluzioni, dei mutamenti, mentre lui rimane sempre lo stesso. Kiyotaka è la chiara rappresentazione di come l'essere umano possegga delle capacità di adattamento al contesto straordinarie, da cui potrebbe trarre dei grandi vantaggi non solo per sé stesso ma anche per chi lo circonda. Sembra stia descrivendo una sorta di divinità scesa in Terra, pertanto odiata dallo spettatore perché troppo over-powered; in realtà, qui entra in gioco un'altra importantissima caratteristica del protagonista: l'attribuzione dei suoi successi ai compagni. Ebbene sì, Kiyotaka non è un ragazzo a cui piace trovarsi continuamente sotto i riflettori, preferisce agire nell'ombra, come un abile burattinaio, non prendendosi alcun merito per le sue azioni che rovesciano puntualmente la situazione. Lo scopo, per sua stessa ammissione, è quello di vivere una vita tranquilla e pacifica da semplice liceale. Tuttavia, penso che il suo vero obbiettivo sia quello di tenere all'oscuro le altre classi della mente geniale che si cela dietro i recenti successi della fallimentare 1-D. In effetti, nella Classe 1-D sono relegati tutti quegli studenti che posseggono delle abilità "difettose, incomplete", avendo anche meno probabilità di frequentare l'università o occupare dei ruoli prestigiosi all'interno delle sistema nazionale giapponese. Dopotutto, il liceo Kōdo Ikusei basa le sue valutazioni non solo in merito all'ambito puramente scolastico, ma tenendo anche conto del libero arbitrio che viene concesso a tutti gli studenti. Ogni studente inizia il proprio percorso all'interno del liceo con 100.000 punti (S-System), attraverso i quali è possibile comprare qualsiasi cosa, e sottolineo qualsiasi cosa, all'interno delle differenti strutture, negozi sempre di proprietà della scuola. L'aspetto interessante è proprio il seguente, cioè gli studenti possono spendere i loro punti come meglio credono, anche in videogame o banalità del genere, l'importante è che quest'ultimi non si esauriscano completamente, pena l'espulsione immediata. È come se il liceo riponesse piena fiducia nei ragazzi per osservare, da dietro le quinte, le loro capacità di adattamento al nuovissimo contesto e soprattutto di gestione del denaro (ogni S-Point equivale ad 1 Yen). Come prevedibile, all'interno della 1-D, la maggior parte degli studenti si è lasciato prendere la mano, pensando che ogni mese, indipendentemente dai loro meriti sia scolastici che extra-scolastici, venissero accreditati sempre gli stessi punti di partenza. Ma la classe difettosa non deve perdere la speranza, in quanto attraverso il superamento di specifici test, degli esami e con la buona condotta, è possibile mettere in atto drastici cambiamenti all'interno del sistema delle classi che va da A a D. In altre parole, raccogliendo costantemente più punti rispetto alle altri classi, è possibile che, ad esempio, la 1 D diventi la 1 C o viceversa.

I personaggi che circondano Kiyotaka sono complessivamente tutti stereotipati, ed è lo stesso protagonista ad ammetterlo durante alcune fasi della narrazione (critica al cliché), ognuno dei quali, però, è provvisto puntualmente di una seconda personalità o vita alternativa. All'interno della 1-D, questa caratteristica è molto ricorrente tra i personaggi: Kikyo non è così solare e amichevole quanto sembra, Sakura non è poi così timida, data la sua indiscussa fama come idol, Suzune all'apparenza è scontrosa, ma desiderosa di aiutare il prossimo, Arata, il rappresentate di classe eccezionale, intelligente e socievole, in procinto di perdere il senno durante il test di sopravvivenza sull'isola, in quanto incapace di gestire una situazione più complessa del previsto. È come se i caratteri fossero provvisti di una maschera da utilizzare nel momento in cui diventano evidenti le loro debolezze e insicurezze (ibuki). Probabilmente l'unico personaggio sano di mente, non soggetto a bizzarri e strani disturbi di personalità, è di sicuro Ichinose.