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Correva l'anno 1967, quando l'ex radiologo Kazuhiko Katō, in arte Monkey Punch, abbandonata la sua vecchia carriera per inseguire il suo sogno di diventare un mangaka, diede vita a un personaggio senza tempo e amato dal pubblico di tutto il mondo, incluso quello italiano: mi riferisco ovviamente a Lupin III, nipote dell'arcinoto ladro gentiluomo Arsène Lupin. Come tutti sappiamo, il successo del manga ha portato alla realizzazione di diverse trasposizioni animate e numerosi lungometraggi.

Oggi, a distanza di oltre cinque decadi dalla sua prima apparizione, incontriamo ancora una volta l'inafferrabile ladro gentiluomo di terza generazione in questo nuovo film, intitolato "Lupin III: The First", ma, nel catapultarci in questa sua nuova avventura, ci imbattiamo subito in una grande novità: l'opera infatti è interamente realizzata in computer grafica, uno stile che da sempre divide a metà l'opinione degli appassionati di anime, tra chi lo apprezza e chi proprio non lo sopporta. Al di là del fatto che possa piacere o meno, è innegabile che la realizzazione tecnica della CGI per questo film sia di buona fattura, con un design che si sforza di dare un aspetto un po' più realistico ai personaggi. Anche il comparto audio è ben realizzato: la colonna sonora è sempre stata un fiore all'occhiello per questo brand e non si smentisce nemmeno questa volta, con musiche come sempre fantastiche; un plauso anche per l'ottimo lavoro svolto dai doppiatori nostrani, che hanno realizzato un adattamento davvero apprezzabile.

La trama stavolta vede Lupin III e la sua banda alle prese con un misterioso diario che nemmeno il celebre Arsène Lupin è mai riuscito a rubare. L'incedere della storia segue lo stile tipico del brand: tanta azione e comicità, lasciando spazio a qualche fugace momento di riflessione più seria, senza però mai abbandonare i toni scanzonati a cui i fan sono abituati. Proprio il fatto che la trama segua questo consueto schema, se da un lato richiamerà tanti bei ricordi alla memoria dei fan di vecchia data, dall'altro potrebbe risultare un po' troppo lineare e prevedibile per chi cerca qualche novità. Ciononostante il racconto è più che gradevole, e può essere tranquillamente guardato e apprezzato anche da chi non conosce a menadito la serie.