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Ho comprato "Sotto un cielo di Collant" al Lucca Comics, alle 19:10, mentre dai megafoni veniva trasmesso l'annuncio che la fiera stava chiudendo. Mi ha incuriosito la copertina, l'ho sfogliato e ho deciso che sarebbe venuto a casa con me. È stata un’ottima scelta.
“Sotto un cielo di Collant” è una raccolta di storie auto-conclusive di Shun Umezawa. Fa parte di quell'insieme di manga che, attraverso i suoi personaggi, scruta diversi aspetti della società e dell’animo umano. Sia come tema che come tipologia di disegno, si affianca ad opere più famose come “What a wonderful world” o “La fine del mondo e prima dell’alba” di Inio Asano e anzi potrebbe esserne stato ispiratore, visto che è stato pubblicato prima.
I racconti contenuti nel volume affrontano temi diversi: bullismo, violenza, prostituzione, crimine organizzato, ma anche normalissime vacanze estive e gli insormontabili, seppur piccoli, problemi adolescenziali. Ma in ognuna delle storie i personaggi dipingono ulteriori aspetti che la vita ci pone davanti. E così, ad esempio, la vittima di bullismo non è solo il classico studente in disparte, ma un ragazzo che in realtà vorrebbe poter cambiare sesso, per giunta innamorato del suo aggressore.
I sentimenti dei personaggi non sono espressi solo dalle parole: le espressioni facciali riescono a raccontare più di mille balloon. L’aspetto grafico è molto importante in “Sotto un cielo di Collant”. Lo stile non è quello del classico manga moderno in cui gli occhi sono occidentali, i lineamenti semplici e le capigliature poco ortodosse. I volti sono chiaramente orientaleggianti e l’autore attraverso l’uso di chiaroscuri, rughe d’espressione e piccoli dettagli riesce a trasmettere al lettore veri sentimenti. Importanti sono anche i campi lunghi, brevi istanti in cui il lettore riesce a prendersi una boccata d’aria e a metabolizzare il tutto.
Alla fine quello che scaturisce dai racconti è un quadro fatto di vite che si intrecciano, alcune più semplici, altre complesse, arricchite da chiazze di dolore, gioia, vita, passione, violenza e sesso sparsi qua e là.
Il lettore che si immerge in questo mare di narrazione non è forzato a riflettere, ma quando riemerge in superficie ha certamente portato con sé qualcosa, un dubbio, un pensiero, un’idea oppure una confusione così grande che diventa pacata rilassatezza.