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7.5/10
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"Kakushigoto" è il nome del protagonista della storia, ma anche un gioco di parole, infatti può essere tradotto sia come "disegnare per vivere" che come "mantenere un segreto". Non dirò assolutamente nulla della trama, ma, come è facile capire, tutto gira intorno a segreti e incomprensioni. Di solito il genere non mi fa impazzire, lo trovo a lungo andare noioso e ripetitivo, non importa quanto divertente, prima o poi tutto stanca. In questo senso il finale è pienamente appagante. Ad avermi appassionato è stato l'intreccio della storia: ogni episodio è in realtà un flashback, dove solo negli ultimi minuti ci viene mostrato il presente, tormentandoci con un senso di angoscia e malinconia fino all'ultimo episodio. In pratica ogni episodio è diviso in diciotto minuti di gag comiche e gli ultimi due-tre di tristezza. Nessuna delle due parti è particolarmente bella, ma questo alternarsi è accattivante. La comicità si basa soprattutto su giochi di parole che inevitabilmente si perdono e sugli stereotipi e luoghi comuni su mangaka e riviste di fumetti. Mentirei se dicessi che non mi ha fatto sorridere o che non sia divertente, ma c'è di meglio in giro. I personaggi sono ben caratterizzati, la coppia padre/figlia è favolosa e mi ha davvero fatto commuovere. Pecca enorme sono le animazioni minime e indispensabili, non sono brutte, si sposano bene con la storia, ma si poteva fare di più.
"Kakushigoto" è un'opera particolare, sicuramente ottima per gli amanti del genere, ma che consiglio anche a chi voglia provare qualcosa di diverso dal solito.