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Una storia che cresce pian piano, proprio come i giovani protagonisti.

Koji, uno studente delle superiori, un giorno incontra un bambino con dei poteri particolari, gli stessi che possedeva pure lui alla stessa età: la capacità di udire le voci degli essere viventi e delle cose attraverso l'empatia. Contrariamente a Daichi, però, Koji visse male quella sua diversità, che gli recò non pochi problemi e un forte trauma che ancora si trascina dietro e coinvolge la sua famiglia. Ora sono anni che non li ha più ma l'incontro con il bambino, in qualche modo, riattiva quei poteri. Così Koji si ritrova a sperimentare una condizione già vissuta, ma forse non sarà proprio uguale ad allora e chissà che in qualche modo non li rivaluterà.

Uno shojo/josei al cui centro è posta la crescita personale, il riuscire a imparare a relazionarsi con gli altri e il mondo che ci circonda, cercando di uscire dal guscio che ci si è costruito attorno per la paura di essere feriti.
I "poteri" sono solo una metafora attraverso la quale poter assistere alla maturazione dei protagonisti. Quindi chi si approccia inizialmente al manga non pensi che siano al centro della trama e non si ponga domande del tipo "ma da dove provengono?", "com'è possibile?", "è poco realistico". È una storia nella quale bisogna leggere attraverso le righe e interpretare.

Una storia lenta, rilassante ma non noiosa, dove dominano i buoni sentimenti ma senza eccessive sdolcinatezze. La trama parte leggera, quasi episodica, direi a tratti infantile, ma lentamente cresce, affiorano i problemi e viene dato più risalto al malessere interiore del protagonista. Proseguendo con la storia c'è una evoluzione, un miglioramento della stessa, fino al perfetto finale che è un qualcosa di bello, dolce e toccante.
Nota finale sullo stile di disegno: carino, ha un che di "cartonesco", e le cover dei sei volumi sono una più bella dell'altra grazie anche ai colori pastellati.
Consigliato agli amanti delle storie "pucce" e dolci i cui personaggi sanno emozionare con pochi gesti o parole.