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Tutto scorre... ma, di fatto, si potrebbe dire che tutto, alla fine, resta uguale?

Si tratta di un anime all’apparenza dolce e gentile, uno slice of life visto anche con gli occhi di Daru, il piccolo felino nero che condivide l’appartamento e la vita con la sua ragazza. Con l’espediente del flashback, ci vengono raccontati l’infanzia, l’adolescenza e il difficile passaggio all’età adulta di una giovane qualunque.

Molto breve, si tratta infatti di quattro episodi da sette minuti ciascuno, sigle comprese, è in realtà la rielaborazione per la regia di Kazuya Sakamoto di un precedente lavoro in bianco e nero di Makoto Shinkai, dallo stesso titolo, ma in un unico episodio in bianco e nero di pochissimi minuti.

Già dall’opening si ha l’idea di un’atmosfera ovattata, sottolineata da un commento musicale dolce e non invadente, minimale, e dall’utilizzo di disegni morbidi dai colori tenui, pastello.

Come spesso accade, si tende a dimenticare cosa succede nei primissimi minuti di un’opera, mentre a volte è proprio nell’incipit che si nasconde la chiave di almeno una parte del suo significato. L’attenzione viene catturata da altre cose, in questo caso specifico dalla suadente voce di Shintarō Asanuma, seiyuu di lungo corso in grado di far rabbrividire un falò, che interpreta i pensieri di Daru, un micio nero ormai molto avanti negli anni.

Ci viene così raccontato che la compagna di appartamento di Miyu (la ragazza), che si sta laureando, lascia la casa, mettendola in ristrettezze economiche e costringendola a cercarsi un lavoro, che però non trova, mentre la madre la assilla per farla tornare alla dimora natale. La cosa è impensabile, perché significherebbe tornare all’infanzia, mentre l’indipendenza, intesa anche come abitazione, è la porta dell’età adulta. Dolcezza e colori soffusi, ma anche tanta tristezza ed esasperazione.

Si passa poi alla narrazione di quando Daru è entrato a far parte della famiglia. In principio la piccola Miyu ne era gelosa, arrivando fino a tentare di abbandonarlo sotto un ponte, per poi ripensarci all’ultimo momento. E sempre c’è questa spina nascosta: la dolcezza del racconto tenta, senza riuscirci, di farci dimenticare che l’inizio del loro rapporto non è stato dei migliori. Eppure, sarà proprio Daru a farle trovare finalmente un’amica. E, col passare degli anni, la relazione fra i due diventerà sempre più profonda, fatta non di compagnia continua e assillante, ma dei piccoli gesti della quotidianità: il rito della colazione al mattino, il rientro a casa della ragazza, l’ozio su un letto condiviso. Come è normale che sia per un animale, grande importanza assume per lui l’odore di Miyu. La casa profuma di lei, e lui la cerca seguendo il suo profumo.

La voce del piccolo felino ci accompagna per tutta l’opera. Lui dichiara più volte di non capire quello che dice la ragazza, ma di capire invece perfettamente quello che prova. A tratti ci si domanda se sia vero e si sorride, ma non è mai un sorriso scevro di malinconia, anzi. Il pensiero e le riflessioni del micio sulla quotidianità, i ricordi, la vecchiaia e la morte avvolgono il tutto in una cappa di dolorosa tristezza, soffusa, ma sempre malinconicamente presente. Man mano che le immagini scorrono, non si può fare a meno di immedesimarsi con la depressione di Miyu e lo sconforto di Daru che vorrebbe aiutarla e non può farlo... o forse sì?

I fortunati possessori di un piccolo felino, magari grigio come il mio, non potranno che immedesimarsi coi personaggi di questa minuscola gemma. Commuoversi nel finale non è un obbligo, è semplicemente ineluttabile. Pazientare oltre la fine dei titoli di coda, magari asciugandosi furtivamente una lacrimuccia o dieci, è altamente raccomandato: si verrà premiati con un tremulo sorriso. Il cerchio si chiude là dove Miyu e Daru avevano iniziato il loro vero rapporto. Tutto scorre. Forse.

Consigliato a chi non tema di esternare le proprie emozioni. D’altronde, è talmente breve che l’investimento in termini di tempo è veramente minimo, e si verrà ricompensati da un gioiellino dai disegni molto gradevoli, con una vicenda normalissima, ma raccontata da un punto di vista duale e insolito. Raccomandato.