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ATTENZIONE, QUESTA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE LIEVI SPOILER
"The Promised Neverland", scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu, dai primi capitoli prometteva di essere una delle migliori serie approdate su Weekly Shonen Jump negli ultimi anni. Eppure, dopo aver letto tutti e 20 volumi, l'ho rivalutato in peggio.
Partiamo dal principio, il primo capitolo del manga è a dir poco stupendo, scritto molto bene e capace di catturare immediatamente l'attenzione del lettore, con un grande velo di mistero che aleggia per tutte le pagine e uno sconvolgente ed inaspettato colpo di scena.
Emma è una bambina di undici anni, che vive nell'orfanotrofio di Grace Field House, accudita da una amorevole donna, Isabella, che tutti i bambini chiamano mamma e felice di poter giocare all'aperto insieme ai suoi coetanei Norman e Ray e ai bambini più piccoli.
Gli unici compromessi che i bambini devono accettare per vivere questa vita allegra e spensierata sono quelli di non uscire mai dai confini dell'orfanotrofio e di fare strani test ogni giorno.
Una sera, Emma e Norman scoprono il terribile segreto che si cela dietro a Grace Field House, che li sconvolgerà, cambiando completamente la loro prospettiva sulla vita che hanno vissuto fino ad allora e spingendoli ad organizzare un piano di fuga insieme a Ray.
Questo incipit da il via alla prima saga di "The Promised Neverland" che riesce ad essere avvincente, ricca di colpi di scena e ricca di tensione.
Questi primi quattro volumetti sono a dir poco eccezionali, anche dal punto di vista della scrittura dei personaggi e da quello dei disegnie in realtà il manga viaggia su questi buoni livelli per buona parte della storia, seppure dopo la saga di Grace Field ci si concentri più sulla parte action, per certi versi simile ad "Attack on Titan", che su quella "psicologica", che invece ricordava molto "Death Note.
Proprio per questa qualità che per molto ha contraddistinto il manga sono rimasto davvero deluso dal calo della serie.
Dopo un paio di volumi di transizione molto scialbi, introno al volume 18 la serie ha un crollo da mettersi le mani nei capelli.
Si accumulano troppi personaggi che diventano tutti delle macchiette, perfino i co-protagonisti, per fare spazio ad Emma, che paradossalmente diventa anche lei sempre più macchiettistica e priva di spessore, con il continuo ripetere di frasi fatte con cui riesce a convincere chiunque a passare dalla parte dei buoni, non dimostrando alcuna evoluzione dall'inizio del manga.
Questo enorme difetto non è di certo aiutato dal fatto che tutta la narrazione in questi volumi sia affrettata e priva di pathos, ad ogni "colpo di scena" che lascia presagire qualcosa di negativo si sa già che girando pagina tutto finirà per il meglio.
In realtà, seppure banali, i capitoli conclusivi riescono a dare un finale scontato ma dignitoso alla serie, ma molto lontano rispetto a quanto ci si potesse aspettare dai primi volumi.
Solo dal punto di vista artistico il manga mantiene sempre un buon livello, anzi migliora col passare del tempo, e spero che Posuka Demizu riesca a lavorare a nuovi progetti, visto il suo tratto originale e molto piacevole da vedere.
Seppure sia deluso dalla serie credo che vi rimarrò affezionato in quanto uno dei primi manga che ho letto interamente. Per me il voto adatto è un 7.