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"Gargantia on the Verdurous Planet" ("Suisei no Gargantia") è una serie meka/mecha prodotta da Production I.G e scritta da Gen "Urobutcher" Urobuchi, che si avventura al di fuori della tristezza del suo lavoro precedente ("Fate/Zero"), per creare una storia più edificante, esplorando concetti stimolanti, pur rimanendo divertente e affermando, in ultima analisi, di possedere un ottimismo e una fede nell'umanità semplicemente contagiosa.

Plot
Nel lontano futuro, l'umanità ha conquistato le stelle sotto la bandiera dell'Alleanza Galattica, la sua capitale è una gigantesca colonia spaziale orbitante chiamata Avalon. Ma è apparso un ostacolo sul suo cammino intergalattico di perenne evoluzione: un conflitto contro una razza aliena ostile come Hideauze, sorta di ibridi bio-organici oltremodo temibili. L'Alleanza Galattica sta inevitabilmente perdendo. In preda alla totale disperazione, inviano tutte le loro forze per lanciare un attacco a sorpresa contro il mondo alieno, ma falliscono nel loro proposito e sono costretti a ritirarsi subendo una disastrosa sconfitta. Ledo, un pilota di mecha da battaglia, definiti Machine Caliber, non è in grado di risalire a bordo di una nave in ritirata e tenta, nonostante tutto, di attraversare il wormhole (tunnel spazio-temporale) che collega la flotta alla stazione spaziale Avalon, finendo per essere sbalzato, una volta oltrepassata la voragine dimensionale, in un punto casuale nella sconfinata mappa cosmica.
Svegliandosi dopo una lunga criostasi, sei mesi dopo, Ledo si ritrova in un luogo che né lui né il computer del suo mecha da guerra, il fedele Chamber, possono riconoscere, con residenti umani che parlano una lingua sconosciuta, che usano una tecnologia inferiore e completamente obsoleta, abbigliati come dei selvaggi, e apparentemente senza qualsiasi conoscenza della guerra che si consuma sopra le loro teste di barbari involuti. Il pilota, che era pure prossimo a un breve congedo militare (dopo 145.000 ore di guerra), è stupito nell'apprendere che questo luogo ha un'atmosfera respirabile e nessuna delle anomalie gravitazionali che sarebbero presenti su una colonia spaziale. Si tratta forse di un pianeta sconosciuto all'Alleanza Galattica? Desideroso dunque di tornare tra le fila dei suoi commilitoni a combattere gli alieni Hideuaze, il pilota attende il sopraggiungere della notte ed esce dal suo cockpit (abitacolo), per scoprire che si tratta di una rugginosa nave che solca qualcosa di cui lesse sui testi accademici dell'Alleanza Galattica, chiamato mare, ma...

"Suisei no Gargantia" è una serie particolarmente brillante, per come si sviluppa in un lasso di tempo relativamente breve: solo tredici puntate più due OAV (di ottima fattura), con incastri convincenti tra i personaggi principali che vivacizzano abilmente la narrazione, costruendo in maniera assai credibile una struttura ad incastro che regge il peso della storia e regala anche qualche emozione. Sulle prime ad esempio è ben gestito l'inevitabile momento di diffidenza da ambo le parti, successivamente giunge una collaborazione tra Ledo e l'equipaggio della Gargantia per niente scontata, e infine inserisce ad hoc il mistero, la romance, elementi shonen, ma anche una mitologia ben delineata e ben sviluppata. È interessante la rielaborazione sui generis di Kazuya Murata (regista di "Eureka Seven") e la scrittura sicura di Gen Urobuchi: "Suisei no Gargantia" vuole essere una sorta di racconto formativo per i giovani (i Giapponesi in particolare) che entrano in una società plasmata dalle azioni e dalle scelte dei loro genitori, ma la rilettura può comprendere anche una critica piuttosto sostenuta che si focalizza nelle dinamiche d'integrazione nelle culture tipicamente xenofobe, come Italia o Giappone, checché se ne dica. Non a caso le prime quattro puntate sono tra le più convincenti dell'intera serie, con un giovane pilota dapprima diffidente e sospettoso, spesso consigliato dalla sua A.I. in maniera fredda e distaccata: "Chiedo il permesso di uccidere tutti questi indigeni e prendere il controllo della nave", e l'equipaggio della nave Gargantia che non è da meno, temendo specialmente la sua tecnologia avanzatissima. Servirà il buon cuore di una ragazzina (Amy) a dissipare le diffidenze iniziali, e il cibo, ovviamente. Quello non può mai mancare. Questa iniziale configurazione funziona per tanti motivi. Anzitutto permette allo show di aprirsi agilmente allo spettatore, mentre Ledo impara di più sul suo nuovo ambiente, e secondariamente forzata casa, sulla cultura e la gente che abita e lavora in questo agglomerato navale che solca i mari. Quest'idea fornisce un netto contrasto tra lo stile di vita militarista di Ledo, l'unico che conosce, e lo stile di vita più rilassato della nave Gargantia, ma, soprattutto, offre al racconto una grande potenzialità di sviluppo. Man mano che Ledo si abitua agli usi e costumi degli abitanti di Gargantia e stabilisce legami personali con la sua gente e Amy, in particolare, il racconto non perderà mai di aderenza.

Sorta di parabola efficace e ben ordita sul darwinismo, sul pacifismo esasperato e sul concetto lavorativo che sta alla base di qualsiasi società ben strutturata, modus operandi tipicamente nipponico, "Suisei no Gargantia" si perde solo quando innesta momenti troppo alieni nella sua stessa narrazione, che stonano lievemente con il costrutto; poiché lo spettatore vorrebbe saperne di più di questo mondo, mentre i personaggi secondari spesso conquistano fin troppo spazio con striminziti bikini e piccolissimi momenti ecchi, che tolgono solo tempo al plot principale, che è molto avvincente e ben strutturato. Con il susseguirsi delle immancabili puntate "tematiche", emergono i modelli tipologici assodati nella classica produzione del Sol Levante: mare, bikini, bisboccia notturna, paghetta per regalino alla ragazzina, scoperta del valore del denaro (?!)... spesso la serie dimentica che la posta in gioco è più alta, ed è costretta a correre a perdifiato per chiudere tutte le linee principali aperte con qualche accelerazione di troppo. "Suisei no Gargantia" forse sarebbe stata più a suo agio con un modello Sunrise anni Ottanta. L'aspetto più interessante della serie è il modo in cui Ledo affronta (e alla fine accetta) una società così nettamente diversa dalla sua. Da dove viene lui, concetti come la pace non esistono, gli esseri umani sono nati e cresciuti al solo scopo di combattere il loro ostinato nemico, e naturalmente non esistono cose come l'amore o l'amicizia, se non in forma strettamente biologica e riproduttiva.

Per certi versi "Suisei no Gargantia" appare come una fusione indovinata e agrodolce con diversi agganci, ricorda un po' tutto, da "Children of the Whale" a "Valvrave the Liberator", da "Gurren Lagann" a "Xam'd: Lost Memories" fino a "Deca-Dence"... ma ha un suo deciso stile, che esprime vitalità e una coralità d'insieme che non è così trascurabile, con un epilogo che lascia piacevolmente soddisfatti, un cliffhanger non così scontato, che pone anche interessanti quesiti sul concetto di intelligenza artificiale e natura umana. La serie ha ottimi valori di produzione, tipiche di Production I.G (ex Tatsunoko!), ricercate e sofisticate animazioni, una OST convincente, un chara design all'altezza (Hanaharu Naruko, "Kannagi" e "A.I.C.O Incarnation"), CGI non eccessivamente invasiva, usata solo per il mecha di Ledo (il Machine Caliber), ma quello che fa davvero la differenza sono i fondali/background, veramente dettagliatissimi, stupendamente fusi con il racconto, che mi hanno veramente entusiasmato. Si respira un'aria solare e marittima, vedendoli, una sorta di WaterWorld in salsa di soia; buono anche il mecha design di contorno, come quello dei veicoli, sempre dettagliato e ben strutturato, vi sfido a individuare le piccole citazioni "Tatsunoko" nascoste.

Caldamente consigliato, e non solo per i mecha-fan.