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“Saikyō Robo Daiōja”, ovvero “Daioja il robot più forte”, è una serie del 1981 prodotta dalla Sunrise. Lo staff che ha dato vita all’anime è noto sotto lo pseudonimo di Hajime Yatate, lo stesso che ha creato tra gli altri anche “Daitarn 3”, “Gundam” e “Trider G7”. Il mecha designer è un altro pezzo da novanta, ovvero quel Kunio Okawara che ha creato i mezzi meccanici di “Daitarn 3”, “Gatchaman”, “Yattaman” e tanti altri. Nonostante la novità nata dopo “Gundam”, quella del real robot o del robot-macchina, gli anni ’80 vedono ancora anime il cui protagonista è un super robot o robot-dio, ed è proprio in questo filone che si inserisce “Saikyō Robo Daiōja”, in netta prosecuzione con i classici degli anni ’70.

Protagonista della storia è il giovane principe Mito, erede al trono di Edon, che all’età di quattordici anni, cioè due anni prima rispetto alla consuetudine, decide di visitare i cinquantuno pianeti del suo regno, il Sistema di Ipron. Il ragazzo viaggia in incognito insieme a due fedeli attendenti, Suke e Kaku, e ad una guardia del corpo della regina, Flora Shinobu, segretamente innamorata del protagonista.
L'anime prende spunto, anche se rileggendola in chiave fantascientifica, dalla figura storica di Mitsukuni Tokugawa, anche conosciuto come Mitokomon, che, secondo la tradizione, si vestiva da contadino per controllare il comportamento dei suoi vassalli e, di fronte alla presenza di prevaricazioni e frodi, si rivelava punendo l'infedele amministratore.

Lo schema degli episodi è piuttosto ripetitivo: il principe Mito arriva sul pianeta di turno in incognito insieme alla sua squadra e, dopo aver scoperto un’ingiustizia perpetrata dal governatore sulla popolazione, rivela la propria identità e combatte con il suo robot sconfiggendo l’avversario e riportando l’ordine e la giustizia. E così vediamo il principe andare su pianeti in cui convivono umani e dinosauri o altri in cui governano le donne, dove c’è una tecnologia avanzata o dove si è rimasti arretrati, dove si coltivano le arti oppure dove la vita è un film. Nelle puntate tanti sono i riferimenti presi dall’animazione o dal cinema di fantascienza, “Guerre Stellari” in primis.
Il super robot, il cui nome significa Grande Sovrano, nasce dalla combinazione, chiamata Cross Triangle, di tre mecha: Ace Redder (pilotato da Mito), Aoider (pilotato da Suke) e Cobalter (pilotato da Kaku). Ognuno dei robot ha sul petto un’immagine a forma di foglia e, dopo l’agganciamento dei tre, al centro del petto di Daioja si forma simbolo più grande che ricorda quello della famiglia dei Tokugawa. Per quanto riguarda l'aspetto, Daioja riprende il design da altri robot della Sunrise, in particolare è evidente la somiglianza con Daitarn 3, dalla cui serie prende anche il tono leggero e scanzonato.
Nel character design è evidente la somiglianza con i personaggi di “Daltanious”, a cui “Saikyō Robo Daiōja” si ispira anche in alcune tematiche politiche e sociali.

Nonostante manchi il tono drammatico di molte serie super robotiche degli anni ’70 e ’80, è un peccato che la serie non sia arrivata in Italia, perché è comunque divertente per le sue gag comiche e interessante da vedere per le tante citazioni e per l’intento pedagogico che sta alla base dell’anime.